Sono economiche le ragioni che hanno spinto la Fitav all’inizio dell’anno a richiedere di (ri)acquisire la disciplina del Percorso di Caccia Itinerante-Sporting e di subentrare alla Fidasc nella titolarità del Tiro Combinato da Caccia. Discipline da molti anni gestite esclusivamente dalla Fidasc, che dirama oggi un comunicato sulle motivazioni depositate delle memorie all’Arbitro Unico (giustizia sportiva).
"Dopo tredici anni, nel corso dei quali la Fidasc e le associazioni venatorie sono riuscite con grandi sacrifici a dare dignità sportiva ad una specialità che contava inizialmente solo un centinaio di appassionati, e a conquistare un medagliere internazionale fatto di 26 ori, 27 argenti e 36 bronzi - si legge nella nota - la Fitav ha pensato bene di tornare in possesso del giocattolo che per così lungo tempo aveva ostentatamente snobbato".
"Il deposito delle memorie all’Arbitro Unico, avvenuto il 7 giugno, fa finalmente chiarezza sulle reali motivazioni di questa pretesa che inizialmente è stata mascherata dietro una pretestuosa unitarietà delle varie discipline del tiro a volo. All’origine di questa aggressione così violenta c’è solo la volontà di assicurarsi l’obbligatoria convenzione delle varie associazioni venatorie (con relativo onere economico annuale) e, al tempo stesso, anche l’obbligo per tutti i tesserati Fidasc a sottoscrivere anche una tessera Fitav". La Fitav avrebbe inotlre chiesto 600 mila euro come sorta di risarcimento.
Non resta che aspettare il pronunciamento dell’Arbitro Unico e le determinazioni che assumerà la Federazione internazionale Fitasc nel corso della sua Assemblea plenaria che si celebrerà il prossimo 9 luglio in occasione del Campionato mondiale in Spagna. "E la Fidasc - conclude la nota - è fiduciosa che in queste due sedi sia fatta veramente giustizia su una questione che, oltre a danneggiare il grande bacino di atleti provenienti dalla caccia, determinerà una profonda lacerazione all’interno di tutto il mondo sportivo italiano".