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News FuciliMunizioni piombo, quantità irrilevanti nella carne di selvaggina mercoledì 10 luglio 2013 | | Durante la conferenza “Il piombo nelle munizioni: nuove evidenze scientifiche per soluzioni sostenibili” organizzata a Bologna pochi giorni fa, i Professori Angelo Moretto, dell'Università degli Studi di Milano e Piermannuccio Mannucci, Direttore Scientifico della Fondazione IRCCS (Cà Granda Ospedale Maggiore Policlinico Milano), hanno presentato i dati sul rischio di contaminazione piombo dovuto all'ingestione di cacciagione, contenuti nel rapporto dell'European Food Safety Aythority (Efsa) del 2010.
Lo studio ha indagato sugli alimenti che contribuiscono in modo preponderante all'assunzione di piombo. E' infatti dimostrato che non necessariamente l'alimento con le concentrazioni più elevate contribuisce in modo significativo all'assunzione totale. L'impatto maggiore è fornito da alimenti insospettabili, quali cereali, verdure, latte e addirittura l'acqua.
Sulla base dei dati disponibili, EFSA ha concluso che il maggiore contributo è fornito dai prodotti a base di cereali (16,1%), latte e derivati (10,4%), bevande non alcoliche (10,2%), verdure e derivati (8,4%), acqua (7,0%), bevande alcoliche (6,7%). Sei gruppi di prodotti che non comprendono la carne e altri derivati animali (la cui percentuale, complessivamente è inferiore al 6%), rappresentano quasi il 60% dell'assunzione totale. E' da notare - evidenziano gli studiosi - che la frequenza di consumo di cacciagione è inferiore all'1% del totale delle occasioni in cui è stata consumata carne o altro derivato animale. Quindi anche il consumo di carne di cacciagione con elevata concentrazione non modifica in modo rilevante l'assunzione totale. Ne deriva che, in base alla dieta italiana, non esiste un rischio di significativo carico di piombo per consumatore di selvaggina cacciata. Sulla base dei dati EFSA è infatti possibile sostenere che il contributo del piombo contenuto nella carne di selvaggina è trascurabile, e anche il caso peggiore calcolato con i dati della dieta italiana prevede un contributo non superiore all'assunzione corrente di piombo attraverso gli alimenti. Infine la relazione evidenzia anche che "la permanenza nell'intestino dei pallini di piombo o loro frammenti è un evento raro". "I pochi casi osservati coinvolgevano generalmente frequenti consumatori di cacciagione, come gli abitanti delle zone artiche". | Leggi tutte le news | |
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