Rimandato a settembre il testo del
decreto "correttivo" del 204, che mira ad una serie di
aggiustamenti sulla sicurezza delle armi (nuovi adempimenti burocratici per la registrazione e per la detenzione delle armi, oltre che limitazioni per i colpi nel caricatore, ecc.). Durante gli ultimi dibattimenti delle Commissioni, oltra al vice ministro dell'Interno Filippo Bubbico e al relatore Maurizio Migliavacca, gli esponenti di alcuni dei principali gruppi (Pd - Pdl - Lega Nord) hanno sottolineato l'inadeguatezza del decreto ministeriale, con misure tanto restrittive quanto incomprensibilmente distanti dalle disposizioni comunitarie (come recentemente sottolineato anche dal Giudice Mori -
vedi new su BigHunter).
Il ministero cerca di dare un giro di vite alle disposizioni sulle armi legalmente detenute pensando così di limitare fenomeni legati alla criminalità organizzata e alla cronaca nera. Ma l'Italia da questo punto di vista è già un paese virtuoso, visto che, dati alla mano, la percentuale di omicidi compiuti con armi legali e registrate è davvero insignificante.
Ciò che appare chiaro, nel decreto attualmente accantonato e in fase di revisione, è che ancora una volta sembra sia in atto il tentativo di penalizzare gli appassionati di tiro e i cacciatori, imponendo loro dispendiosi adeguamenti di legge. Prima che il testo torni ad essere affrontato dalle Commissioni saranno risentite le associazioni di categoria, che potranno portare gli interessi del settore armiero e venatorio.