Dopo la Camera, anche il Senato a fine settembre 2013 ha approvato all'unanimità la ratifica del trattato internazionale sulle armi redatto dall'Onu. Il che significa che l'Italia diventa così il quinto paese, sugli 86 firmatari, ad approvare il trattato. Il trattato internazionale sarà valido quando almeno 50 stati lo avranno ratificato.
In tema di armi leggere, a contestare parte del Trattato è la senatrice Granaiola. "L'unica pecca di questa legge - sottolinea Granaiola - è che non tratta in maniera sufficientemente rigorosa l'esportazione di armi leggere (spesso i controlli vengono aggirati spacciando pistole e fucili non come armi ma come strumenti sportivi). Al di là di questo resta comunque un'ottima legge, frutto di lunghissime battaglie della società civile, protrattesi per tutti gli anni '80".
Favorevole invece la collega di partito, la senatrice Silvana Amati, che insieme alla Granaiola ha presentato un proprio progetto di legge che mira a riportare in discussione le limitazioni proposte nel testo dell'ex senatrice Adamo: norme più restrittive per il rinnovo del porto d’armi (annuale per il tiro a volo, triennale per la caccia), certificato medico per l’idoneità psicofisica da parte di una commissione Asl, composto da tre medici di cui almeno uno specialista in neurologia e psichiatria. Le norme prevedono anche che le armi vengano consegnate ai Tsn o alle associazioni di tiro iscritte a una federazione affiliata al Coni e l’obbligo di un’assicurazione per la responsabilità civile verso terzi. Ma anche l'istituzione di un’anagrafe informatizzata di tutti i detentori di armi.