Lo scorso 25 settembre al Pirellone si è svolta un'audizione dei rappresentanti del comparto armiero, chiesta dal vice capogruppo della Lega Nord Fabio Rolfi, in ragione delle gravi conseguenze sull’export causate dalla crisi ucraina. “Il settore armiero – spiega Rolfi – sta soffrendo pesanti ripercussioni derivanti dalla crisi Ucraina e dall’atteggiamento ostile della burocrazia romana che sta compromettendo gli investimenti fatti negli ultimi anni per entrare nell’importante mercato russo”.
"A causa di interpretazioni discrezionali della burocrazia ministeriale si stanno bloccando le esportazioni di armi sportive e da collezione in Russia, dove ad ottobre è prevista un’importante manifestazione del settore per la quale tante aziende lombarde hanno già prenotato spazi commerciali, senza sapere ad oggi se si potranno esporre i prodotti”.
“E’ necessario precisare – prosegue Rolfi – che al momento non sussiste nessun embargo europeo sulle armi sportive; esistono limitazioni unicamente sugli armamenti e tutto ciò che riguarda il materiale bellico, non certo repliche o fucili da caccia. Viene da sè comprendere come non si faccia la guerra con carabine da 200 mila euro, ma evidentemente i prefetti romani questo non lo sanno o fingono di non saperlo, con il rischi di dare l’ennesimo colpo a un settore di notevole importanza per la nostra economia locale e nazionale. La Lombardia deve difendere in modo determinato queste aziende che generano un indotto importante. A riprova di ciò va inoltre specificato che nessun altro paese europeo infatti sta applicando misure di questo genere”. “Bisogna sostenere con forza le ragioni di centinaia di imprese e delle decine di migliaia di lavoratori che – conclude Fabio Rolfi – stanno rischiano molto a causa dell’insipienza e dell’ignoranza di una burocrazia obesa e senza simili nel mondo”.