La crisi diplomatica con la Russia al centro dei problemi del settore armiero bresciano. A raccontarlo sul Giornale di Brescia è Pierangelo Pedersoli, presidente del Consorzio Armaioli Italiani, che raccoglie centodieci aziende con duemila e cinquecento addetti. L'intero settore, si dice sul quotidiano, vale 300 milioni di euro di vendite, più altri 350 di indotto.
Ma tra il 2013 e il 2015, spiega Pedersoli "abbiamo perso 25 milioni di fatturato". I problemi arrivano dalla burocrazia, dalle norme, dalla scarsa considerazione verso il settore armiero, tutti fattori che lo scorso anno hanno bloccato le esportazioni, che coprono il 90% della produzione. La vera batosta è arrivata con l'embargo imposto verso la Russia per la questione ucraina.
"Ci ha danneggiati non poco - dice Perdersoli - . Abbiamo chiesto con insistenza al Governo che le armi sportive venissero escluse. Dopo sette mesi, finalmente, ci è stato detto che potevamo riprendere l'export". Ma nel frattempo il valore del rublo è precipitato, raddoppiando il costo delle armi, le licenze russe di importazioni sono scadute, e i produttori turchi si sono fatti avanti. "Risultato: mercato russo addio".