Va avanti così com'è il progetto di conversione del decreto 7/2015 (norme antiterrorismo). Le commissioni riunite (giustizia, affari esteri, emigrazione, difesa) del Senato hanno lasciato invariato il testo passato alla Camera, respingendo gli emendamenti correttivi presentati della senatrice Bonfrisco e l'ordine del giorno di Luciano Rossi (cofirmato da Lorenzo Battista, Massimo Caleo, Claudio Broglia, Aldo Di Biagio, Giovanni Bilardi, Cinzia Bonfrisco), che cercavano di ridurre i danni che scaturirebbero dall'approvazione del testo per il settore armiero e venatorio. Il testo passa quindi ora al Senato, dove è stato calendarizzato dal prossimo 14 aprile. Vista la scadenza del 20 aprile molto vicina, purtroppo ci sono poche probabilità che venga convertito in legge con i dovuti correttivi.
Nel disegno di legge n. 2893 (di conversione del decreto-legge 7/2015) approvato alla camera il 31 marzo 2015, sono state inserite norme che rafforzano l'identificazione e la tracciabilità degli esplosivi per uso civile (modificando il decreto legislativo n. 8 del 2010), il che porterà a maggiori complicazioni per produttori, importatori e commercianti. Inoltre altre modifiche al Testo unico di pubblica sicurezza intervengono sui caricatori, prevedendo l'obbligo di denuncia alle autorità anche dei caricatori delle armi, lunghe e corte, aventi capienza di colpi superiore a 5 e 15. La violazione dell'obbligo di denuncia dei caricatori sarà equiparata alla detenzione abusiva di armi (il che prevede l'arresto fino a 12 mesi o ammenda fino a 371 euro). Il decreto in un altro passaggio integra la legge n. 157 del 1992 per introdurre, in deroga alla disciplina generale, particolari divieti nell'uso di determinate categorie di armi per attività venatoria (vengono escluse "le armi da fuoco semiautomatiche somiglianti ad un’arma da fuoco automatica", e le armi in calibro "non superiore a 6 millimetri Flobert").