"Siamo di fronte all’ennesimo abuso (incostituzionale) dell’istituto del Decreto Legge, in un contesto, oltretutto, eterogeneo di norme che di fatto mette il Parlamento di fronte alla necessità di approvare o respingere “in blocco” il provvedimento. Le norme introdotte non solo non servono ad adeguare la legislazione italiana a quella comunitaria, ma addirittura vanno in rotta di collisione con quest’ultima, inserendo disposizioni contrastanti con quelle vigenti negli altri Stati europei". Lo dice in un comunicato il presidente di Assoarmieri, Antonio Bana, in merito al decreto legge antiterrorismo, ora al Senato, che modificherà alcune norme sulle armi (considerando la volontà del governo e la scadenza del 20 aprile molto vicina, è forte la probabilità che venga convertito in legge senza modifiche).
"Le norme sui caricatori - dice Bana - sono inutili perché i controlli sono impossibili, tanto più che chiunque può acquistare liberamente caricatori all’estero. In sintesi: norme inutili e dannose per la sicurezza pubblica, contrastanti con le regole europee tali da danneggiare fabbricanti e rivenditori italiani rispetto a quelli esteri, del tutto inefficaci rispetto alla circolazione illegale di armi, che costituisce il vero problema per la sicurezza pubblica".
Rivolgendosi ai Senatori, Bana scrive: "abbiate il coraggio e impegnatevi a comprendere di:
• porre in essere tutte le azioni e le iniziative necessarie per garantire il rispetto del testo del decreto
legislativo 29 settembre 2013, n. 121 di tutte le condizioni precisate dal parere parlamentare reso in data 18/09/2013, in particolare con riferimento all’introduzione nel testo di tale decreto di “una disposizione che – al fine di salvaguardare posizioni già acquisite – garantisca il permanere della legittimità della detenzione di armi, a prescindere dalle modifiche normative successive, da applicarsi solo per il futuro, consentendo sempre e comunque la produzione, l’importazione, l’acquisto e la cessione delle armi dei modelli iscritti nel catalogo nazionale delle armi comuni da sparo di cui all’abrogato articolo 7 della legge 18 aprile 1975, n. 110;
• porre in essere tutte le azioni e le iniziative necessarie per garantire che il regime giuridico dei caricatori di arma sia sempre conforme al diritto comunitario o al diritto internazionale in materia, e a disporre che l’obbligo di denuncia della detenzione comunicazione del possesso dei caricatori in grado di contenere un numero superiore a 5 colpi per le armi lunghe e un numero superiore a 15 colpi per le armi corte venga sostituita, per i soggetti autorizzati alla detenzione di armi, con l’obbligo di comunicazione al locale ufficio di pubblica sicurezza, assistito da una sanzione amministrativa e non penale;
• porre in essere tutte le azioni e le iniziative necessarie per garantire che vengano considerate armi da fuoco semiautomatiche somiglianti ad un’arma da fuoco automatica solo quelle effettivamente pericolose per la pubblica sicurezza perché agevolmente trasformabili in armi automatiche, con l’esclusione delle armi in calibro a percussione anulare o la cui somiglianza con le armi automatiche è meramente estetica;
• porre in essere tutte le azioni e le iniziative necessarie per garantire che possa essere legittimata una detenzione delle armi di cui alla categoria B, punto 7; dell’allegato I alla direttiva 91/477/Cee del Consiglio del 18 giugno 1991 in numero sufficiente ai fini della pratica sportiva, anche attraverso la previsione di licenze speciali;
• porre in essere tutte le azioni e le iniziative necessarie per garantire che le misure approvate con il decreto - legge in parola non abbiano ripercussioni negative su tutti gli operatori del settore economico.