Come sovente avviene nel nostro Paese, all'indomani di una tragedia come quella della strage di Napoli, per mano di un infermiere che fino al momento della sparatoria non aveva dato segni di squilibrio mentale, si scatenano polemiche sul possesso legale delle armi. Come già per la sparatoria al tribunale di Milano, anche questa vicenda diviene pretesto per imporre ulteriori restrizioni per gli appassionati di armi comuni, i possessori di licenze di caccia e tiro sportivo. La conferma viene dalle dichiarazioni del Viceministro dell'Interno Filippo Bubblico.
“Dispiace dover avere conferma dalla strage di Napoli della giustezza della linea di rigore adottata dal Governo, prima, e dal Parlamento, dopo, in materia di armi” dichiara al Mattino di Napoli. Bubblico si riferisce al giro di vite sul possesso delle armi fatto con la legge antiterrorismo e alle modifiche al testo unico della pubblica sicurezza. “Il mantenimento delle condizioni di equilibro psico-fisico di chi detiene armi va verificato periodicamente – sostiene il Viceministro - , perchè tra una verifica e l’altra ci può essere stato qualche episodio destabilizzante per il soggetto. Quando il soggetto manifesta la volontà di potenza individuale anche attraverso la detenzione di armi allora scatta l’allarme. E questo dal punto di vista diagnostico psico-fisico è possibile accertarlo”.