“Abbiamo pronta una legge, non passata ancora alla prima lettura alla Camera, per rendere più difficile possedere armi da tenere in casa”. E' quanto Matteo Renzi ha dichiarato nel suo discorso di chiusura della Festa nazionale dell'Unità di Milano. Un'idea già affiorata all'indomani del plurimo omicidio al Tribunale di Milano, nella primavera scorsa.
Probabilmente un'ulteriore giro di vite, successivo a quello (decreto n. 121 del 29 settembre 2013) che ha visto molti cittadini incensurati fare la coda in attesa davanti al medico provinciale o dall'ufficiale sanitario (attualmente Asl) o da un medico militare, per ottenere un ennesimo nulla osta sanitario.
Periodicamente, gli uffici del Ministero dell'Interno tornano alla carica per inasprire le regole della detenzione delle armi, anche sportive e da caccia, a volte approfittando di eventi luttuosi o particolari momenti politici. Come in questo caso da parte del Presidente del Consiglio.
La sicurezza in Italia è oggetto di speciali attenzioni, soprattutto conseguenti al fenomeno del terrorismo islamico, che non si alimenta certo al mercato ordinario delle armi leggere. Il Kalashnikov non è comunque un oggetto detenuto legittimamente dai nostri cittadini. Mentre le informative ufficiali ci propongono statistiche sulla sicurezza vecchie almeno di due anni. Vedi relazione al Parlamento del 6 maggio 2015.