Dal "
Dizionario della Lingua italiana di Caccia" di Plinio
Farini e A.
Ascari, Garzanti 1941.
Riproposto da
Edoardo Mori.
Tassello
il quadratino o piastrina di ferro traforato che, mosso dal pernio di chiusura, entro un foro oblungo, scavato nel centro del massello, serra i ramponi nel chiudersi dello schioppo, e li lascia liberi all'aprirsi della chiave. Chiamarlo Carrello è uno sproposito, perché il vocabolo francese Carrè significa appunto «quadrato» in genere: e, in questa accezione degli armaioli, vuol dire quadratino, che, entrando nelle parti concave di un altro corpo, si commette così bene a loro da calettare perfettamente come un tassello. E tassello o, se si vuole, Tasselletto è la voce più propria a renderne il concetto esattamente, voce italianissima anche perché deriva dritta da Taxillus latino; e dal Tommaseo vien giustamente definita «piccol pezzo anche di metallo, che si commette in luogo, dove sia guastamento o rottura per risarcirla». Nei nostro caso non c'è guastamento nello schioppo, ma il tasselletto entra e si commette tra i vuoti lasciati nei ramponi, perché sieno afferrati e serrati al massello formando una commessura solidissima tra massello e canne.
Tirare
v. n. e at. Sparare lo schioppo e altre armi da caccia contro la selvaggina per ucciderla; Tirare a l'aborrita o borrita: a un uccello che si levi da terra o da l'acqua col volo veloce e irregolare che gli dà lo spavento; ‑ a corsa: ad animali che corrono; ‑ a covo o nel covo: a fiere accovate; ‑ a fermo: a un animale o bersaglio fermi; ‑ a frullo e al frullo; ad uccelli che si levan frullandosi; ‑ a l'inzecca: senza puntamento certo; ‑ a la lestra: al cinghiale nella lestra; ‑ al rumore: puntando non con gli occhi ma giudicando dal rumoredove si trovi l'animale da colpirsi; ‑ a lo schizzo: nel momento che l'uccello o la lepre scattano fuori dal luogo dove si trovano con quello slancio di volo o di salto, che chiamasi schizzo; ‑ a volo: a uccelli in volo; ‑ di borrita: (v. a borrita); ‑ d'impostatura: nello stesso momento che s'imposta lo schioppo; ‑ di prima impostatura: rafforza il modo precedente, ma è anche più esatto e conforme al concetto vero; ‑ di levata: a un uccello mentre si leva da terra. Ma va notato che, sebbene sia usato in Toscana, questo modo non può significare quel che dice l'altro diborrita. Perché la «levata» dice il pacifico levarsi di un uccello, mentre la borrita ne è la fuga con volo di difesa per sottrarsi al cacciatore che l'ha scacciato; ‑ di mira: mirando bene e con studio l'animale. Ed è il contrapposto di «a prima impostatura»; ‑ di posa: a uccelli posati; ‑ di prima posa: nel momento stesso che l'uccello si posa; tirar la prima, la seconda (v. «canna»).
Tiratore
colui che tira. § Colui che tira bene. Es. a Tiratore, no, sparatore sì n. § Tiratore di mira, di prima impostatura (v. a Tirare). § Tiratore tardo: quello che indugia troppo a trovare il puntamento.
Tiro
il fatto e l'atto del tirare con lo schioppo a un bersaglio vivente o inanimato. § arrovesciato: quello agli uccelli che son già passati sul capo a l'indietro, per modo che conviene puntarli con la faccia supina e il capo quasi arrovesciato, e puntarli di computo. § ‑ bono per tiratori destri quello ad animali che passino movendosi da destra a sinistra; al contrario pei mancini. § ‑ bruciato:ad animali che sono troppo vicini. Quasi a dire che li brucia il fuoco della schioppettata. § ‑ cieco,senza mira, ossia senza punto di mira visibile. § ‑ forzato: troppo lungo. § ‑ giusto: né troppo lungo né troppo corto. Si accetta come misura quella dei trentasei metri e mezzo. § ‑ inclinato: fatto su un terreno che va da l'alto al basso. § ‑ perso: che è oltre la portata supposta dell'arma. Perciò dicesi anche massimo. § ‑ radente (terra o acqua) che si fa a certi uccelli su la terra o l'acqua radendone appunto la superficie. Va fatto puntando l'uccello dinanzi, ma sotto, se l'uccello vi attraversa di fianco; puntandolo sopra se fugge di coda. A la lepre tal quale. § ‑ sicuro: che dà certezza di essere efficace sia per la distanza, sia per effetto del puntamento e della botta. Le frasi che seguono si usano formandole così con la voce «tiro» come con «tirare». § ‑ a campanile: contro uccelli che si levino verticalmente. Dicesi anche Tiro a colonna. § ‑ a corsa: contro animali correnti. § ‑ a fermo: ad animali o cose che non si muovano. Può essere a fermo su lo stesso terreno piano, dove ha i piedi il tiratore, su un terreno declive e su un terreno acclive. In tutti questi tre casi, ma specie ne' due primi, è necessario puntare sotto (ossia prima) l'animale. A la lepre nel covo, in piano, sempre un palmo e più sotto, secondo la. distanza. § ‑ al frullo: quello agli uccelli che scappano frullandosi; § ‑ a l'inzecca: il tiro buttato là senza certezza del punto dove si trovi il bersaglio; § ‑ a livello: contro animali che véngan verso il tiratore, a l'altezza dell'occhio mirante e in linea retta. Trovasi anche chiamato orizzontale e a bilancia ma sono denominazioni illogiche; § ‑ al rumore: giudicando con 1'udito il punto dove dovrebbe trovarsi l'animale a cui si tira.‑ In botte e a la posta palustre a le anatre, quando non ci si vede si punta a orecchio, ossia secondo il suono delle ali volanti; ‑ a lo sbrocco: al momento in cui l'uccello si mostra scoprendosi in volo dalle brocche o frasche; ‑ a lo schizzo: agli uccelli o quadrupedi che si levano schizzando, come i tordi e la lepre; ‑ a volo: agli uccelli in volo; ‑ di borrita: contro uccelli che fuggono impetuosamente dinnanzi al cacciatore, levandosi da terra o da l'acqua (v. Borrita). Tiro di caduta: quello a un uccello che si lascia cadere, o si precipita da l'alto mentre il tiratore è in basso. È l'opposto del tiro a campanile; e differisce dal Tiro di ficco in quanto che questo suppone che il tiratore rimanga più alto dell'uccello cadente. ‑ La beccaccia e il beccaccino si ripongono di caduta (facendo il sette) ossia lasciandosi cadere da l'alto poi strisciando a terra; § ‑ di coda: quando l'uccello fugga con volo rasente terra in linea retta di fronte al tiratore. § ‑ di compunto: buttando il colpo non contro l'uccello o il quadrupede, ma contro il punto, in aria o in terra, dove si computa che potranno incontrarsi il moto dell'animale e la schioppettata § ‑ di fianco: tirato o su l'uno o su l'altro fianco. E si chiama Tiro bono quella che si fa girandosi sul fianco sinistro, ossia ad animali passanti da destra a sinistra ‑ cattivo o falso,quello da sinistra a destra. Pei mancini, l'opposto. La ragione è che a l'uomo torna facile girarsi con il tronco su i piedi fermi conservando lo schioppo puntato più da destra a sinistra che da sinistra a destra. Nel primo di questi movimenti è facile rimaner con lo schioppo puntato fin quasi a tre quarti del giro su se stessi, e senza bisogno di movere i piedi. Nell'altro si riesce appena a rimaner puntati per un terzo e sempre con stento. Sforzandosi poi, accade che il colpo si fa sempre dietro l'animale; e ciò perché è legge naturale che quel moto, che non può progredire, retrocede. Il che significa che le braccia e il corpo girati fin dove non potrebbero giungere danno un rincollo; e, invece che portare lo schioppo dove si vorrebbe, lo respingono indietro. Ed è perciò che, per tirare a un animale, che passi velocemente da sinistra a destra, è regola di postarsi rivolgendo il piede sinistro attorno al destro e girando questo sul tallone. § ‑ di ficco quello che si fa su animali che volino o cadano quasi perpendicolarmente sotto al tiratore § ‑ d'infilata:ad animali che possano essere colpiti insieme perché sono gli uni dietro gli altri su una stessa linea § ‑ d'impostatura e di prima impostatura quello che si fa in un tempo solo portandosi lo schioppo alla faccia, puntandolo, sparando e colpendo (v. Impostarsi e Impostatura). Sono modi errati sia chiamare questo tiro di Stoccata,come, alla toscana, d'Imbracciata (v.note a queste voci); § ‑ di levata:fatto ad uccelli che si levino da terra volando tranquillamente e non con la violenza della borrita (v. Levata); § ‑ di mira:fatto quando si spara dopo aver mirato molto o bene 1'animale § ‑ di passata:ad uccelli che vi passino a tiro in volo, specie se di punta o mezza punta § ‑ di posa:a uccelli posatisi e perciò fermi. E se il tiro si fa nello stesso momento che l'uccello si ferma sul ramo o simili, si dice Tiro di prima posa § ‑ di punta:ad uccello che venga dritto in faccia al tiratore. E dicesi di mezza punta,se l'uccello venga non del tutto in faccia a filo § ‑ di punto in bianco:quello che rimane entro la distanza in cui la botta corre con pieno vigore in linea retta. Oltre questa distanza, ossia nella caduta della botta, convien puntar sempre un po' sopra al bersaglio. § ‑ di scappata:fatto contro eccelli che fuggano con impeto da piante o dal terreno. Notare la differenza tra scappata e borrita.§‑ di sfondata:ad uccelli che fuggano bassi ne' boschi o nelle macchie. Quasi volesse dirsi a sfondare gli ostacoli, perché il modo va esteso a tutti i tiri fatti in luoghi rivestiti comunque di piante e fronde. § ‑ del re: quello ad uccelli che vengono a filo sul capo al tiratore ma non sono ancora perfettamente perpendicolari. § ‑ di striscio: a un uccello che striscia; e anche quello rasente una superficie. § ‑ sul ghiaccio:notabile in quanto, se il ghiaccio è piano e liscio, aumenta la portata del colpo, perché i pallini strisciando e schizzando conservano forza più a lungo. II - Tiro: dicesi per la distanza a cui può giungere il colpo utile di un'arma. § A Tiro: nei modi Essere, non essere a tiro, sotto il o al tiro un animale o un punto significa trovarsi essi entro o fuori della portata dell'arma, con cui si tira. In latino «Intra o Extra teli jactum». § Fuori di tiro: oltre la portata dello schioppo o carabina. § Conoscere il tiro: conoscere le distanze a cui si può tirare utilmente a caccia. ‑ E così Non conoscere. «Non tutti i cacciatori a l'asciutto conoscono bene il tiro su l'acqua; né quelli di borrita, il tiro a volo». § Venire o non venire a tiro (un animale) avvicinarsi o no tanto da entrare sotto il tiro, «Negli appostamenti a volo, la prima abilità del cacciatore è quella di saper aspettare gli uccelli a tiro». § Forzare il tiro: tirare più a lungo di quanto porti l'arma. III - Tiro: si usa anche per carica. ‑ .«Mi rimangono ancora quattro tiri». § ‑ e per Colpo: Tiro tiro, uccello uccello, ogni colpo, un uccello. Rispetto al tiro arrovesciato è bene ricordare che esso riesce sempre molto difficile, perché la botta che si rischia urta contro la legge fisica, che ogni moto che si ferma a l'improvviso necessariamente rincolla. Per conseguenza il meglio a farsi, quando si possa, è di voltarsi indietro sul fianco sinistro e tirare a l'uccello puntandolo davanti.
Tripletta
lo schioppo a tre canne delle quali una di calibro assai piccolo deve servire pel solo tiro a palla. Essa è saldata tra le due canne superiori affiancate, ma nella parte inferiore. Questo vocabolo ormai entrato nell'uso e da esso sanzionato viene anche a giustificare doppietta.
Tubi riduttori
sono i tubi metallici, dei quali ci serviamo per ridurre a calibro minore le canne di calibro maggiore. I calibri oggi più usati nella caccia ordinaria sono il 12, 16, 20, 24, 28, 32, 36.
Tubo
la parte del bossolo della cartuccia, nella quale debbono esser poste la polvere e i pallini o la palla. Può essere di cartone o metallico.
Turacanne
1'oggettino formato di due turaccioletti tenuti uniti tra loro da un filo metallico, e distanti quanto son le bocche delle canne, che si usa a tenerle turate quando lo schioppo non si adopera.
Volata
la parte superiore, della canna, che va dal raccordo a la bocca. ‑ È termine degli armaioli.