Venerdì 10 giugno il Consiglio dell'Unione Europea ha approvato la bozza restrittiva che intende modificare la Direttiva armi, presentata dalla presidenza olandese. Un documento che interviene pesantemente sulle regole già rigorose imposte a tutti gli appassionati di caccia e di tiro, che assolutamente niente ha a che vedere con la prevenzione del terrorismo, presunta ragione della riforma.
A votare la bozza c'erano i rappresentanti dei Ministeri dell'Interno e della Giustizia. A quanto pare il documento è passato in larghissima maggioranza, con le sole eccezioni di Repubblica Ceca e Polonia e le eccezioni di Slovacchia, Malta e pochi altri. In tutto questo trambusto si inserisce lo scandalo che coinvolge il Ministro dell'Interno svedese, Anders Ygeman, che secondo la rete europea di Firearms United sarebbe ora sotto inchiesta da parte del Parlamento di Stoccolma per aver ecceduto il mandato parlamentare proprio nel corso dei negoziati per la revisione della direttiva sulle armi: "mentre il Parlamento svedese aveva stabilito che la Svezia non avrebbe dovuto proporre né accettare alcuna restrizione - spiega il sito All4shooters - , Ygeman ha consentito al Capo della Polizia Peter Thorsell di promuovere e sostenere restrizioni sui caricatori, sulle armi semi-automatiche, sulla durata dei porti d'arma e su molti altri temi, ed avrebbe poi dato mandato a Morgan Johansson, esponente del Ministero svedese della Giustizia, di imporre il segreto su molti documenti relativi alla compilazione del documento al fine di insabbiare il suo operato".
La bozza, lo ricordiamo, prevede l'inserimento nella categoria A dell’allegato I della direttiva (armi proibite) di tutte le armi corte con caricatore o serbatoio di capacità superiore a 20 colpi e tutte le armi lunghe con caricatore o serbatoio di capacità superiore a 10 colpi, nonché di tutte le armi demilitarizzate (armi automatiche trasformate in semiautomatiche). Si intende poi proibire tutte le armi lunghe semiautomatiche e i caricatori con capacità superiore a 20 colpi per arma corta e 10 per arma lunga, sottoporre a denuncia tutte le armi disattivate di qualsiasi tipo, che entrerebbero a far parte della categoria C. Si intende eliminare la possibilità di libera vendita delle repliche di armi antiche, che sarebbero quindi equiparate a tutte le altre armi da fuoco e obbligare alla tenuta separata delle armi e delle munizioni.
Ora la battaglia si sposta al Parlamento Europeo, dove la bozza dovrà essere valutata per l'eventuale approvazione. Dopo la vittoria al comitato LIBE dello scorso maggio, il comitato IMCO valuterà gli emendamenti di compromesso martedì 14 giugno; il voto finale all'IMCO è previsto per il 14 luglio, mentre il Plenum dell'Europarlamento voterà probabilmente il 22 novembre in base a ciò che verrà fuori da queste due riunioni. "Se il Parlamento Europeo dovesse riuscire a non piegarsi e a mantenere la linea dell'opposizione tenuta sinora - scrive Alls4hooters.com -, si arriverebbe ad una serie di tentativi d'accordo prima che si possa partire con una seconda lettura nel gennaio 2017. Solo allora la nuova Presidenza slovacca dell'Unione Europea, a noi favorevole, potrà intervenire: alla votazione di ieri, la Slovacchia ha dovuto mantenere la neutralità in quanto prossima ad assumere la Presidenza". Il sito invita tutti gli appassionati a mobilitarsi facendo sentire la propria voce.
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