Un cacciatore responsabile e che desideri essere certo della migliore funzionalità ed efficienza delle proprie armi e munizioni è tenuto a compiere alcune rituali verifiche prima del fatidico giorno dell’apertura. Una sommaria pulizia degli “attrezzi” non basta: un attento controllo di tutta l’attrezzatura e magari una prova a fuoco ci daranno maggiore tranquillità e sicurezza.
È risaputo che sparando le armi si sporcano e per questo richiedono una periodica e corretta pulizia.
È altrettanto vero che andando a caccia le armi si bagnano, si impolverano, si infangano, i legni si segnano e le tracolle si induriscono e divengono fragili. Per questo dovremo intervenire con una corretta manutenzione.
Si tratta di operazioni facili, per alcuni noiose, ma è necessario compierle o farle eseguire dall’armaiolo di fiducia per essere tranquilli al momento dell’uso e per completare con serietà e rigore la nostra passione per la caccia.
Troppo spesso i nostri fucili vengono riposti senza provvedere alla loro pulizia; non sempre viene eseguita una necessaria e basilare verifica a fuoco che ne confermi il perfetto funzionamento e nel caso di armi rigate la perfetta taratura. Anche le cartucce sono a torto troppo trascurate o almeno poco considerate. Questa leggerezza mal tollerabile per le munizioni a pallini è del tutto inaccettabile in quelle metalliche nella caccia a palla.
Non si deve arrivare alla vigilia di una uscita al capriolo o di una battuta al cinghiale e rendersi conto che nel portacartucce sono rimaste solo 3 o 4 munizioni ormai ossidate e magari con palle diverse nella tipologia.
Le cartucce devono essere acquistate, restando nel numero denunciato, tutte del medesimo lotto e in numero tale da garantire la prova dell’arma e una scorta sufficiente per la stagione di caccia, meglio se due.
La pulizia delle canne preserva la loro integrità dalla corrosione causata dai residui di polvere e inneschi, pertanto togliere ogni residuo e lasciare un velo di lubrificante vorrà dire prolungare moltissimo la vita dei nostri “attrezzi” preferiti.
Provare le armi allo sparo, siano esse a canna liscia o rigata, porta due importanti vantaggi: sapremo con certezza che funzionano correttamente e sono precise e usandole nelle prove rinfrescheremo il nostro affiatamento con esse, le risentiremo una volta imbracciate come un vecchio abito: il puntamento, la trazione sul grilletto e lo sparo ritorneranno ad essere una sequenza di gesti familiari e abituali. Quindi più facili e sicuri.
Prendere il fucile a canna liscia e pulirlo nei punti più importanti è operazione che richiede solo una manciata di minuti; per fare il minimo necessario non serve l’armaiolo.
Aperta l’arma per verificare sia scarica e separate le canne/canna dalla bascula o castello si passano le parti metalliche con uno straccio umido di olio per armi e con pochi passaggi di scovolo in bronzo intriso di olio o petrolio, puliremo il loro interno, una striscia di stoffa lacerata da un vecchio lenzuolo, ben pulita e asciutta, larga poco più di quattro dita, infilata nell’asola del bacchettone, asciugherà l’interno perfettamente riportandolo al suo originario nitore.
Le cromature interne dei tubi e le ricoperture antiossido hanno da anni eliminato o ridotto al minimo il pericolo della ruggine, un tempo temibilissima per le armi da fuoco, tuttavia dalla canna si dovrà verificare traguardandola contro luce, che siano scomparse tracce di piombo e la plastica lasciata dalle borre.
Il compressore, se disponibile, e poco olio, steso con un pennello sottile, ci aiuteranno a pulire bene l’interno del castello o della bascula, magari smontando anche la guardia dopo aver tolto i perni traversali nel castello. L’esterno sarà pulito con cura con uno straccio leggermente oliato.
Il calcio, tolto fango e sporcizia se ancora presenti con una pezzuola umida e uno spazzolino rigido di crine, sarà ravvivato con olio per mobili. I legni una volta puliti devono essere controllati attentamente per accertare che non presentino lesioni, fessurazioni o crepe, soprattutto nelle zone di giunzione al castello o bascula e all’astina.
L’arma a fine pulizia sarà tornata come nuova, lubrificata con olio (ottimo quello al teflon) nei punti di scorrimento e sulle cerniere; diventerà morbida e fluida nell’apertura e nell’armamento. Le canne infine quando ben pulite saranno attentamente guardate controluce, dentro e fuori, per verificare che non abbiano corrosioni, ammaccature o rigonfiamenti.
Da non trascurare le bretelle: spesso asciutte e indurite con l’uso, saranno controllate a vista ed escluse screpolature e lesioni o indebolimenti, trattate con poco olio per armi o grasso per scarponi, che ridonerà morbidezza, soprattutto ai cinturini di fissaggio al calcio ed alle canne.
Le cartucce da caccia saranno censite e divise. Scelte quelle più datate, potremo utilizzarle per sparare qualche colpo ai piattelli nei giorni precedenti l’apertura, esercizio utile per verificare l’arma e per farci arrivare allenati al primo giorno di caccia.
Le cartucce a pallini hanno un deperimento, causato dall’ossidazione dei pallini, dall’indurimento e fragilizzazione delle borre e dei bossoli di plastica e dall’alterazione causata dal tempo sugli inneschi.
Ormai quasi tutte le vecchie cartucce in cartone, con inneschi comuni 6,45 o DFC Fiamma, non funzionano più o accusano una più o meno accentuata inefficienza nell’accensione, che comporta o la mancata partenza del colpo o, peggio, una combustione ritardata che può far avanzare il picco pressorio fuori dal tratto iniziale di canna, in punti non adeguatamente robusti. Difficilmente scoppierà la canna, ma un rigonfiamento potrebbe rovinare per sempre il nostro fucile. Ripetiamo: le cartucce vecchie è bene scartarle o se ancora efficienti, spararle in pedana al piattello.
Le carabine richiedono una cura metodica e leggermente più impegnativa: la pulizia della canna è in questo caso la base fondamentale per la conservazione e per la precisione dell’arma e deve essere condotta con calma e nel giusto modo. Sempre consigliabile eseguirla dopo aver sparato diversi colpi o dopo una giornata umida e piovosa trascorsa a caccia.
Le carabine semiautomatiche sono di smontaggio non semplice ed immediato, per questo sarebbe preferibile ricorrere all’armiere di fiducia. Le bolt action invece sono assai più semplici.
La canna va inumidita passandovi più volte una pezzuola un poco lasca nello scorrimento e ben inzuppata di solvente, quindi è bene lasciarla riposare 5/10 minuti per dare tempo al prodotto di agire sui residui.
Nel frattempo con uno straccio al silicone o una pezzuola oliata e uno spazzolino in ottone o nylon rigido possiamo pulire bene l’otturatore, anche e soprattutto nella sua faccia anteriore, a contatto col fondello dei bossoli, verificando che unghia estrattrice e pistoncino espulsore cilindrico siano efficienti, lasciando il tutto leggermente lubrificato.
Ritornando alla canna, useremo uno scovolo in bronzo fosforoso del calibro adeguato, spruzzato con poco olio per armi, e fatto scorrere in canna almeno per 12/15 passaggi, uscendo ogni volta dalla volata e al ritorno nella camera di scoppio, alfine di far ridistendere correttamente le setole, che lavorano sempre in flessione.
Con alcune pezzuole pulite e asciutte si netta ora la canna dallo sporco rimosso dallo scovolo lasciandola asciutta e pulita; solo se l’arma verrà riposta per lunghi periodi, converrà alla fine passare in canna poco olio lubrificante con uno scovolino di lana, ricordandosi poi di asciugarla prima dell’uso.
Le cartucce metalliche da carabina, non andrebbero mai lasciate nelle piccole cartuccere da cintura, ma riposte sempre accuratamente a fine cacciata nelle loro scatole originali, operazione importante per riconoscerne subito con certezza il tipo e peso di palla.
Se datate alcuni anni, le munizioni metalliche necessitano di un controllo visivo in particolare nella zona intorno all’innesco e al colletto: chiazze e macchie di ossidazione nella zona della sede innesco o del colletto e rigature o ossidazioni longitudinali sull’esterno del colletto-spalla, devono insospettire e far scartare tali cartucce con decisione.
Compiute le operazioni di pulizia è sempre consigliabile verificare, il funzionamento corretto della sicura manuale e dello scatto: a sicura inserita la decisa trazione sul grilletto non deve causare lo scatto del cane. Successivamente a percussori armati e FUCILE SCARICO, senza sicura inserita, battendo leggermente un paio di volte il calciolo del fucile sul piano del tavolo il cane non dovrà mai scattare.
Ancora più importante la verifica di sicurezza delle armi un po’ datate, verificando le canne e le batterie. In quelle con cani esterni, portati in monta i cani, una decisa pressione del pollice sul loro dorso, non deve permetterne in nessun modo lo sgancio.
Nel caso delle armi rigate a palla, essenziale come già accennato, oltre a una corretta manutenzione anche una collimazione perfetta.
La verifica di tiro si effettua in poligono, subito dopo la pulizia oppure se l’arma ha ricevuto colpi o scossoni, o quando si acquistano nuove cartucce o dopo uno smontaggio completo dell’arma.
Pulita la canna da olio o grassi, con una pezzuola inzuppata di benzina per accendini oppure acetone seguita da alcune asciutte, ci si appresta alla prova su solidi appoggi, che consentano all’arma una perfetta immobilità. Si spara con cura, senza strappare sul grilletto, ma al contrario applicando una pressione crescente fino alla partenza del colpo.
La carabina, con o senza ottica di puntamento, deve essere portata in poligono almeno prima dell’impiego e verificata sparando su un bersaglio alcuni colpi, tassativamente con le cartucce che utilizzeremo in seguito.
La taratura si fa a canna fredda, pertanto è necessario far raffreddare la canna dopo ogni colpo. La distanza ottimale è quella dei 200 metri per le armi che si utilizzano nella caccia selettiva, mentre basteranno 50 metri per le semiautomatiche o quelle a leva da usarsi nella caccia in battuta, braccata o girata.
Il test in poligono oltre a dare fiducia sulla precisione della carabina, ci darà anche la certezza della perfetta funzionalità ed affidabilità del meccanismo di ripetizione.
Dopo la taratura a fuoco la canna andrà pulita di nuovo solo a secco, con lo scovolo in crine, per non falsare poi il punto di impatto del primo colpo a caccia.
Gianluca Garolini Fonte www.ladeadellacaccia.it |