La Cassazione ha assolto un uomo che era stato condannato dal Tribunale per aver custodito il proprio fucile calibro 22 in un ripostiglio. L'incriminato era finito sotto processo a seguito di un controllo della Polizia, durante il quale sono state rinvenute due armi: una pistola custodita in apposita custodia con combinazione e un fucile conservato in una custodia di stoffa rigida appoggiato sullo scaffale di un ripostiglio ad altezza uomo.
La Cassazione, nel sciogliere la condanna, ha tenuto conto di quale fosse l'effettiva pericolosità della situazione, riconoscendo che l'uomo aveva messo sotto chiave le munizioni e che il fucile si trovava in una posizione tale da non poter essere raggiunto dai figli minorenni.
“Il reato - spiega l'avvocato Francesco Pandolfi sul sito di Studiocataldi.it - si perfeziona per il solo fatto che l'agente non adotta le cautele necessarie, sulla base di circostanze da lui conosciute o conoscibili con l'ordinaria diligenza” ma occorre che le cautele siano proporzionate al pericolo che la norma intende scongiurare. "Nel caso trattato dalla Cassazione - spiega ancora Pandolfi - la custodia del fucile nel ripostiglio di casa, in posizione di non facile apprensione per i figli dell'imputato non è un pericolo reale, tenuto conto del fatto che l'imputato ha avuto cura di custodire il relativo munizionamento in cassaforte, cosa questa che fa pensare ad un'attenzione messa in atto per evitare situazioni di possibile pericolo per i due minori".