Il Comitato Direttiva 477 ha voluto precisare le proprie posizioni sulle modifiche proposte alla Direttiva Armi, così come andranno al voto in questi giorni.
"Come già è stato chiarito in passato, il Comitato Direttiva 477 si ritiene assolutamente insoddisfatto dalle modifiche alla direttiva 91/477 anche nell’ultima stesura di compromesso, che sarà discussa e presumibilmente votata il 14 marzo, le quali rappresentano ulteriori ingiuste vessazioni a carico dei cittadini europei che detengono armi e certamente non avranno alcuna utilità nella lotta al terrorismo ed alla criminalità organizzata. Ma allo stesso tempo non si può non prendere atto dei sostanziali miglioramenti apportati durante il trilogo e del fatto che tali miglioramenti sono da considerarsi straordinari se si considera la disparità delle forze in campo ed è solo grazie agli sforzi eccezionali delle Associazioni e di alcuni europarlamentari, cui va tutta la nostra gratitudine, che si è potuto così tanto limitare i danni.
Noi non dimentichiamo che appena un anno fa non solo abbiamo rischiato concretamente perfino la confisca senza indennizzo di armi demilitarizzate e B7, ma si prendeva in considerazione la proposta di David Cameron di estendere a tutta l’Europa il modello britannico che avrebbe previsto il divieto di possedere quasi tutte le tipologie di armi semiautomatiche! Non si può negare che l’impatto del provvedimento è stato enormemente ridimensionato e, in particolare per noi italiani, siano rimasti pochi punti realmente critici.
Nelle ultime settimane abbiamo ragionato assieme alle altre Associazioni e Federazioni del comparto nazionale sulle reali possibilità di ulteriore miglioramento e sui rischi che queste avrebbero comportato. Preso quindi atto che, rispetto alla proposta liberticida della Commissione Europea, per quanto sgradevoli ed ingiuste le limitazioni attuali sono di gran lunga inferiori a quelle iniziali e che la presentazione di ulteriori emendamenti con la conseguente riapertura delle negoziazioni (in cui si permetterebbe a Commissione e Consiglio di rientrare in ballo) comporta altissime probabilità di perdere risultati ottenuti con fatica a fronte di scarsissime possibilità di ottenere esigui miglioramenti, l’intero comparto ha dovuto concordare che a questo punto la strategia meno rischiosa per tutti è quella di proteggere i risultati ottenuti in sede europea e concentrarsi fin da subito sulla situazione nazionale e sul recepimento della direttiva.
La differenza di opinione e di strategia in questo specifico frangente nulla toglie al rapporto tra il Comitato D-477 e Firearms United, a cui comunque riconosciamo di aver intrapreso una strada coraggiosa sebbene non valutiamo allo stesso modo probabilità di peggioramento e possibilità di miglioramento. A parer nostro il loro lavoro ed i loro risultati sono già stati straordinari senza dover correre ulteriori rischi ma non v’è dubbio che, qualora dovesse risultare vincente la loro strategia, senz’altro ne saranno riconosciuti da tutti gli ulteriori meriti.
Dobbiamo infine constatare che un altro importante risultato è stato ottenuto e sarà tesoro per il futuro: tanto a livello europeo quanto a livello nazionale è stato ormai riconosciuto pienamente che l’unica strada per resistere ai continui attacchi che subiamo e subiremo è quella che ci vede uniti. Firearms United come confederazione di associazioni nazionali e il nuovo tavolo di lavoro avviato con l’intero comparto italiano permetteranno in futuro di essere più reattivi e ancora più efficaci di fronte a chi vuole erodere progressivamente i nostri diritti. La presa di posizione congiunta e l’impegno di collaborazione tra le principali Associazioni e Federazioni italiane è un passo storico in cui il Comitato, che da due anni si prodiga per la compattazione del comparto, può rivendicare fieramente un ruolo determinante.
Dobbiamo quindi oggi ingoiare un boccone amaro e consolarci pensando ai pericoli scampati, consci del fatto che uno schiaffo è meno doloroso di una coltellata ma ugualmente ingiusto, eppure allo stesso tempo possiamo prendere atto del fatto che è stata presa una nuova direzione nella difesa dei diritti dei cittadini che sicuramente sarà una ulteriore garanzia a tutela di tutti. E chissà che in futuro non potremo abbandonare la sola posizione di difesa e cominciare a giocare in attacco per riappropriarci di alcuni diritti che, senza alcuna giustificazione logica, ci sono stati portati via nel passato più recente".
Cos'è il Comitato Direttiva 477
Il Comitato Direttiva 477 nasce nell'aprile del 2015, durante l'approvazione del decreto antiterrorismo, come unione di appassionati, tecnici ed operatori del settore stanchi di subire crescenti vessazioni di alcuna utilità concreta. Prese fin da subito il nome della direttiva europea 91/477/CE poiché nella normativa comunitaria, in Italia distorta, si vedeva la garanzia dei diritti dei detentori legali di armi. Già dalle prime riunioni è stata lanciata una sottoscrizione in sostegno del Comitato, che ha raggiunto decine di migliaia di firme anche grazie alla collaborazione la collaborazione delle più importanti testate di settore e di un gran numero di armerie e poligoni, anch'essi sotto attacco per via delle restrizioni alle armi di categoria B7 e del regolamento sui poligoni privati (tuttora in fase di emanazione). Costituitosi come associazione nel luglio del 2015 l'azione è stata rivolta alla coordinazione tra le diverse forze in campo tra federazioni sportive e associazioni di categoria al fine di garantire diritti e legittimi interessi collettivi al di là degli specifici ruoli nel tentativo di delineare una massa critica compatta che possa avere un peso anche politico. A tal proposito il Comitato si è sempre mantenuto, come previsto dal suo Statuto, totalmente apartitico ma non per questo apolitico: il Comitato è aperto al dialogo con qualsiasi forza politica non ostile ed appoggia apertamente coloro che si spendono per le nostre battaglie, così come contrasta apertamente chiunque voglia limitare i nostri diritti. In ragione di ciò il Comitato ha avviato collaborazioni con politici e partiti di qualsiasi schieramento ed ha sempre improntato il proprio operato in una direzione istituzionale. La linea prescelta è sempre quella del dialogo costruttivo, nella fermezza delle proprie posizioni. Nel dicembre 2015 è entrato a far parte della rete di Firearms United, di cui è rappresentante in Italia e per cui svolge le funzioni a livello istituzionale, ed ha nel tempo avviato una collaborazione con ANPAM, ConArmI ed AssoArmieri. Ha inoltre avviato, fin da prima della sua costituzione ufficiale, un dialogo sereno con il Ministero dell'Interno a cui si è sempre proposto come interlocutore a tutela dei diritti dei cittadini.