Come previsto, e dopo oltre un anno di discussioni e rimpalli tra i vari organi europei (Commissione, Parlamento e Consiglio), il Parlamento Ue ha ratificato le modifiche alla Direttiva sulle armi. Nel testo approvato con 491 voti favorevoli, 178 contrari e 28 astenuti, rimangono i limiti per l'acqusto di armi automatiche e semiautomatiche in base a un limite alla capacità dei caricatori capacità dei caricatori (massimo 20 proiettili per le armi corte e 10 per i fucili).
Stralciate invece altre disposizioni che avrebbero penalizzato enormemente gli appassionati di armi, di tiro e di caccia. La prima stesura, infatti, avrebbe visto il bando completo delle armi di categoria B7 (armi semiautomatiche simili alle armi automatiche), l’inclusione dei caricatori nelle parti essenziali, una maggiore limitazione dei colpi nei caricatori rispetto alla normativa nazionale nonché una minore durata delle licenze di porto e detenzione delle armi che avrebbe richiesto una maggiore frequenza dei relativi controlli medici.
Rafforzare la sicurezza sulla circolazione delle armi in UE
La direttiva riveduta ha in particolare lo scopo di evitare che armi modificate da semiautomatiche ed automatiche possano essere utilizzate da terroristi, chiarendo per esempio che le armi disattivate dovranno essere dichiarate alle autorità nazionali. A seguito di pressioni da parte del Parlamento, la Commissione UE si è impegnata ad adottare, entro la fine di maggio 2017 e in collaborazione con gli esperti nazionali, gli standard di disattivazione rivisti e le tecniche per garantire che le armi da fuoco disattivate siano rese irreversibilmente inutilizzabili.
Controlli più severi
La nuova normativa prevede controlli più severi sulle armi semi-automatiche quando quete siano dotate di caricatori ad alta capacità (più 20 colpi per le pistole e 10 per le armi lunghe) e sulle armi da fuoco automatiche, convertite in semi-automatiche. Tuttavia, chi possiede già legalmente questo tipo di armi potrà continuare a farlo, purchè sia espressamente stabilito dal proprio paese di residenza. Spetterà sempre agli Stati membri stabilire le dovute eccezioni per le armi della categoria A a determinati gruppi di persone, come i tiratori e, in casi eccezionali, ad alcuni collezionisti, sempre rispettando rigide procedure di sicurezza. Le nuove regole richiedono anche che tutte le informazioni necessarie per rintracciare e identificare i possessori di armi da fuoco siano messe a sistema in un sistema di raccolta dati che riesca a migliorare lo scambio di informazioni tra gli Stati membri.
Gli Stati membri dovranno ratificarla
Ora spetterà ai singoli Stati ratificare le nuove disposizioni, entro 15 mesi dall'entrata in vigore. Gli stessi avranno poi al massimo 30 mesi per mettere in piedi il sistema di registrazione di tutti i dati richiesti dall'Europa per l'identificazione dei possessori di armi da fuoco. Una curiosità: anche la Svizzera, in quanto Paese membro dell'area Shengen dovrà adeguarsi, ma solo in parte. Gli elvetici infatti, grazie alle loro mediazioni diplomatiche, hanno ottenuto il permesso per i propri militari in congedo di mantenere la propria arma.
"Europa preda dei burocrati"
Tornando a noi, in Italia registriamo il commento dell'europarlamentare Stefano Maullu (PPE). “A Strasburgo, oggi, è venuto meno un altro pezzo della nostra libertà individuale. Gli attacchi ai legittimi possessori d'arma sono una limitazione ai diritti di tutti. Saremo meno sicuri, meno protetti e più poveri: in nome di un'ideologia non basata su numeri e fatti, ma su sensazioni e pregiudizio, le aziende avranno più burocrazia e migliaia di persone rischieranno il posto di lavoro. Questo è inaccettabile, oggi è una giornata nera, è stata scritta un'altra pagina buia di un'Europa preda dei burocrati. Ho fatto di tutto per scongiurare questa eventualità, ma nonostante gli sforzi di centinaia di Parlamentari, il parlamento a maggioranza ha acriticamente accettato la modifica alla direttiva”.
FACE: "ora garantire corretta attuazione in UE"
"Questo voto finale è da considerarsi un buon risultato per i cacciatori europei - evidenzia invece Ludwig Willnegger, Segretario generale della FACE - . Tuttavia, le disposizioni di autorizzazione delle licenze, tra rinnovi e prolungamenti e le modalità di stoccaggio delle armi da fuoco ancora rimangono punti poco chiari, con il rischio di un eccesso di regolamentazione, che porta alla scarsa applicazione negli Stati membri. Pertanto - afferma Willnegger - , la FACE si concentrerà ora sulla trasposizione della legislazione UE in leggi nazionali e si occuperà di assistere e sostenere le associazioni venatorie al fine di garantire una corretta attuazione senza inutili oneri e gli ostacoli per i cacciatori, i proprietari e i produttori di armi da fuoco".