"Abbiamo letto con estremo interesse lo scambio di opinioni tra l’ineffabile Beppe Severgnini e un lettore del Corriere della Sera che, attraverso una lettera inviata al giornale, aveva giustamente affermato che possedere un’arma per legittima difesa sarebbe perfettamente naturale, suggerendo nel contempo di non lasciarsi sedurre dalla criminalizzazione delle armi operata da alcuni mass media (un autentico “lavaggio del cervello”, come l’ha giustamente definito il lettore).
La risposta di Severgnini lascia di stucco: anziché prendere spunto dall’osservazione e avanzare un ragionamento costruttivo, Severgnini ha riproposto la solita, banale teoria basata sul principio “più armi = più reati”, arrivando addirittura ad affermare che 'se qualcuno non vede un collegamento tra il numero di armi in circolazione e queste tragedie (Las Vegas) è in malafede'.
Non si tratta di Sevegnini, bensì dell'establishment culturale-mediatico che rappresenta, ovvero di un pensiero unico abituato a generalizzare, a banalizzare, e le sue parole lo dimostrano chiaramente: la sua posizione incarna alla perfezione il solito errore concettuale che criminalizza il mezzo senza andare alla radice del problema, senza nessun tipo di approfondimento. Come sosteniamo da mesi, i terroristi e i violenti non si fermano togliendo le armi agli onesti: non esiste alcuna correlazione tra gli omicidi commessi con le armi e il possesso legale di armi da fuoco, e i numeri lo dimostrano. Basti pensare a un Paese come la Finlandia, dove a fronte di una disponibilità di armi superiore al 18.09% (uno dei tassi più alti al mondo) gli omicidi commessi con armi da fuoco sono soltanto il 15% del totale. Prima di azzardare punti di vista od opinioni su temi così delicati, ognuno di noi dovrebbe informarsi, documentarsi, approfondire l’argomento. Quanto ai paragoni, resta il solito discorso: se come dice Severgnini il rischio è che un bambino piccolo scambi un'arma per un giocattolo, che dire dei coltelli da cucina presenti in tutte le case, del gas dei fornelli, del detersivo che può essere scambiato per una bibita dissetante? Anche in questo caso è pura e semplice banalizzazione che fa male alla discussione su un tema ancora tabù per troppe menti 'illuminate'".