Come succede spesso quando la cronaca riporta alla ribalta le questioni legate alla sicurezza, il dibattito sulle armi si è particolarmente acceso in questi ultimi giorni anche in Italia dopo la strage compiuta dal diciassettenne in una scuola vicino a Stoccarda. A questo proposito vogliamo porre l'accento sull'intervista a Peter Schneider, noto scrittore tedesco, pubblicata su Repubblica di venerdì scorso. “Vietare le armi, un falso problema ma è l'isolamento che fa paura”. Schneider ci aiuta a sciogliere il bandolo della matassa “Non credo che leggi più dure sulle armi eviteranno tragiche stragi”, i problemi da affrontare sono altri secondo lo scrittore. Bisogna cioè occuparsi dei motivi che spingono certe persone ad andare al di là ed improvvisarsi protagonisti di un sadico gioco al massacro privo di ogni logica apparente. “Gli insegnanti non hanno più tempo di affrontare i problemi psicologici di ogni studente”. “Le proposte dei politici sono ridicole – continua Schneider – ci vuole più preparazione per gli insegnanti, classi più piccole e facili da integrare e l'abolizione di quella scuola degli esclusi”. E in questi problemi rientra in primis l'isolamento dei ragazzi causato anche da internet e da videogiochi, cose che secondo Schneider “portano alla desensibilizzazione, mostrano la violenza omicida come normale”.