Sull'audizione svolta mercoledì 18 luglio presso la Commissione Affari Costituzionali del Senato tra le Associazioni Venatorie Riconosciute Arci Caccia, Federcaccia ed Enalcaccia e la Commisione presieduta dal senatore Stefano Borghesi, ecco quanto riferisce l'Arcicaccia in un comunicato.
"Molte le questioni di peso, a partire dai problemi creati dalla eccessiva discrezionalità con cui i Questori applicano l’articolo 43 del TULPS, vietando il rilascio del porto d’armi per condanne risalenti anche a decine di anni prima.
Ma il tema centrale dell’incontro è stato il decreto di recepimento della Direttiva Armi, in particolare le problematiche contenute principalmente negli articoli:
3, commi C ed E: informativa ai familiari conviventi. La delegazione ribadisce la sostanziale inutilità di un tale documento, ricordando la mancanza di dettaglio nella formulazione del decreto, il tipo di certificazione da produrre e le conseguenze nell’eventualità che, per i più svariati motivi, il familiare in questione dichiarasse di non essere stato informato.
5, comma F: misure di custodia. È stata sottolineata l’eccessiva discrezionalità prevista per gli organi di polizia nella richiesta di particolari misure da applicare, come allarmi o blindature. Anche l’entità di queste “misure” non sembra essere al momento stabilita, aggiungendo elementi di libera interpretazione alle autorità di PS. Sulle forme di custodia, già oggi fin troppo discrezionali e diverse sull’intero territorio nazionale sarebbe utile una interpretazione univoca, ovviamente basata su criteri di buon senso e di minimo impatto sui possessori di armi.
7: limite di colpi acquistabili riportato sulla licenza. Anche in questo caso non è chiaro a quali calibri e tipologie di armi si faccia riferimento nel decreto e anche questo articolo si presta così come è formulato a una eccessiva discrezionalità degli organi di polizia.
13: rilascio certificati sanitari. E’ stata sottolineata l’urgenza di risolvere la mancanza di indicazioni precise in merito agli esami medici necessari, attualmente diversa da provincia a provincia, spesso anche in modo particolarmente marcato. È chiaro che oltre a causare un aumento delle spese necessarie al rinnovo, la complessità e particolarità di certi accertamenti – rilasciati da strutture o medici diversi – allunga in modo a volte anche considerevole il tempo necessario a produrre i certificati richiesti, rischiando di non rendere sufficienti i tempi previsti dall’articolo.
L’impegno per l’unità del mondo venatorio dell’Arci Caccia prevale su interessi e rappresentazioni di parte, perché è sempre il momento giusto per l’unità di intenti tra le Associazioni".