Il Consiglio Provinciale di Biella lunedì 23 luglio ha approvato una modifica al regolamento sulla vigilanza ittico venatoria, prevedendo la possibilità che le guardie possano avere una pistola in servizio. L'assemblea, secondo quanto si apprende dalla stampa locale, avrebbe preso atto della preoccupazione di alcune guardie ittico - venatorie, protagoniste di episodi pericolosi.
"Alcune guardie - ha detto il Dirigente provinciale, Giorgio Mosca - si sono trovate a contatto di bracconieri, situazioni rispetto alle quali era meglio avere in dotazione una pistola. Mentre altri dipendenti hanno manifestato perplessità in merito alla disponibilità di una pistola, che comporta la totale responsabilità sulla stessa. Stiamo verificando le condizioni di legge in merito all'assegnazione nominativa dell'arma. Lasciamo aperta questa possibilità che, nel caso le situazioni di rischio si evolvano, si concretizzerà con un provvedimento che riguarderà tutte le guardie. Abbiamo inoltre apportato modifiche formali al regolamento, prevedendo come consegnatario dell'armeria delle guardie il responsabile del servizio caccia e pesca".
Non sarebbe la prima volta. La questione è discussa da decenni, anche se tale possibilità, almeno per quanto riguarda quelle volontarie, non è prevista dalla legge. A conferma le diverse circolari ministeriali, che negano alle guardie volontarie il diritto di andare in giro armate e rifiutano loro la licenza di porto d'armi lunghe o corte per difesa. C'è inoltre da ricordare che le guardie giurate delle associazioni animaliste hanno funzioni di polizia giudiziaria solo per quello che riguarda la tutela degli animali d'affezione e solo nell'esercizio di questa facoltà, al limite, possono essere autorizzati al porto di un'arma da difesa. Dalla Prefettura, non certo per mezzo di un provvedimento amministrativo.