Dopo il comunicato stampa dell'onorevole Verini che precisa come il proprio ddl sulla modifica dei requisiti per il rilascio del porto d'armi non riguardi il mondo venatorio e quello del tiro, sono in molti a far presente che in realtà, quella bozza, già circolata dopo la presentazione alla Camera il 5 aprile, non esclude affatto queste due categorie. Il testo definitivo non è ancora presente sul sito della Camera, dunque ora si attendono le dovute modifiche annunciate dal deputato dem.
Se infatti si dà una scorsa alla bozza del ddl "Disposizioni in materia di controlli sull'acquisto di armi da fuoco e per il rilascio e il rinnovo della licenza di porto d'armi" (1737), nella stessa presentazione fatta da Verini si legge "Prevediamo anche controlli più stringenti e più frequenti (rinnovo ad un anno) per tutte le licenze che permettano l’acquisto e la detenzione di armi, maggiori controlli anche sul rilascio del porto d’armi per uso sportivo".
La stessa dichiarazione è contenuta in un comunicato stampa dei deputati Pd, dal titolo Verini, pdl per controlli più stretti sul rilascio delle licenze. Sempre nella presentazione della bozza si legge: "si istituisce una nuova tassa di possesso (aggiuntiva rispetto all'attuale tassa di concessione governativa): 168 per uso caccia - 115 euro per porto arma corta difesa personale - tiro a volo esente, per un importo annuo non inferiore a 200 euro".
Tutto ciò è partito dalla considerazione che nel corso del 2018 sono avvenuti 52 omicidi da parte di persone che lo Stato aveva considerato adatte a portare armi da fuoco . Il dato relativo agli ultimi 10 anni, secondo la ricerca SICUREZZA E LEGALITÀ, Le armi nelle case degli italiani, è senza dubbio dirimente in tal senso: solo il 5% degli omicidi è commesso con armi regolarmente detenute. Riscontri fra dati ISTAT e dati OPAL sostanzialmente confermano i dati della ricerca.