L'Unione Europea in materia di armi ha emanato due direttive che hanno influenzato indirettamente anche la vita dei cacciatori. Nel 91 fu emanata la 91/477/CEE, stabilendo la nascita del porto d'armi europeo.
Come sottolineato dall'eurodeputato Michl Ebner durante il suo intervento alla Conferenza della Caccia di Arezzo il porto d'armi europeo non è stato del tutto utile poiché è stato recepito in maniera diversa, in alcuni stati è stato sopravalutato, in altri invece quasi del tutto ignorato.
La nuova direttiva 2008/51 relativa al controllo dell'acquisizione e della detenzione di armi ha avuto conseguenze soltanto lievi per i cacciatori ma è stata importante sotto il profilo della sicurezza. La riforma in linea con il protocollo Onu firmato nel 2001 nell'intenzione di fermare il terrorismo ha stabilito linee guida contro la fabbricazione e il traffico illecito di armi da fuoco, le loro parti, i loro componenti e le loro munizioni.
La relatrice G. Kallenbach (Verdi/Germania) adottò una interpretazione molto restrittiva della Proposta di direttiva della Commissione chiedendo che tutte le armi da fuoco dovessero essere autorizzate, l'abrogazione delle categorie C e D, la licenza di porto d'armi solo a 18 anni e che ogni elemento delle armi dovesse essere marcato (rintracciabilità). Principio quest'ultimo portato avanti anche al termine dell'iter parlamentare. La direttiva lascia però agli stati membri la discrezionalità di scegliere forma e metodo di applicazione e stabilisce che i Governi nazionali non debbano interpretare le disposizioni in modo restrittivo.