Si conclude, almeno per ora, con un nulla di fatto l'operazione avviata in Europa per imporre ulteriori limitazioni alle munizioni di piombo. Si apprende proprio in queste ore che la a seguito della richiesta della Repubblica ceca, la Commissione europea ha deciso di ritirare la proposta di indrodurre il divieto di possesso e uso di cartucce al piombo nelle zone umide.
Il che sarebbe emerso da una notifica della Commissione Ue agli Stati membri, nella quale si comunica che la procedura di voto si concluderà senza risultato. Il problema segnalato dalla Repubblica Ceca, nonchè dalle organizzazioni dei cacciatori europei è la definizione di zone umide prevista dal progetto di divieto, troppo ampio e generalizzato.
La battaglia non è finita. Probabilmente il voto sulla questione è solo rimandato a settembre. Ma almeno c'è tempo per avanzare tutte le obiezioni del caso e sollecitare i nostri rappresentanti al Parlamento.
Commenta la vicenda l'europarlamentare Pietro Fiocchi, sin dall'inizio impegnato su questo fronte: “Mi auguro che questo risultato,che reputo un successo - dichiara Fiocchi - ,sia un primo passo verso l’archiviazione del progetto che così come prefigurato, avrebbe come unico risultato un arretramento ulteriore della passione venatoria.Sicuramente una buona notizia, ma non abbassiamo la guardia, i nemici della caccia non demordono non saranno soddisfatti finché - conclude - non finira’ e questo non possiamo permetterlo! Per vostra conoscenza, comunico che la posizione del Governo Italiano è stata per il divieto così come proposto dagli anticaccia".
Si esprime oggi in via ufficiale e a nome dell’Intergruppo caccia e biodiversitá il Vicepresidente Marco Dreosto, il quale fa sapere che sembrerebbe che il governo tedesco possa appoggiare una proroga di 36 mesi anziché 24 per l’attuazione delle disposizioni regolamentari proposte. “Cerchiamo di fare un pó di chiarezza senza lasciarci trasportare dalla demagogia, la questione é seria e per nulla risolta, merita di essere trattata e comunicata con la giusta attenzione” dichiara Dreosto, che precisa “in buona sostanza, se é vero che diversi paesi potrebbero indirizzarsi verso un voto negativo o una astensione, tra cui Lettonia, Estonia, Polonia, Irlanda, Slovacchia, Bulgaria, Repubblica Ceca, Ungheria, Finlandia e Malta, pare che tuttavia la Germania abbia giá deciso di accettare la proposta CE riveduta del periodo di transizione di 36 mesi. Praticamente la decisione del Comitato sull’approvazione o meno del Regolamento REACH slitterebbe di circa due mesi, ma l’esito non son sembra discostarsi troppo dalla linea della Commissione” - avverte Dreosto, che garantisce comunque una levata di scudi, non appena la questione passerá al vaglio del Parlamento Europeo.