Nonostante una formale diffida, recentemente e in maniera davvero irrituale oltre che inaspettata, sono state programmate, e in un caso anche disputate, competizioni sportive di tiro alla sagoma con carabina da caccia sotto l’egida della Fitav.
La prima di tali competizioni, dal nome tanto fantasioso quanto improbabile di “Gran premio Integrale” si è disputata a Piancardato e la seconda, programmata per il 19 settembre in Basilicata, è stata denominata “1° Gran premio” di Tiro alle sagome con carabina da caccia a mt. 100 (4 posizioni) e definita “Disciplina sperimentale Fitav tiro alle sagome con armi a canna rigata”.
Al di là del fatto, di per sé insolito oltre che formalmente improprio, che la Federazione Italiana di Tiro a Volo “sperimenti” una specialità che si pratica con le armi da caccia a canna rigata e su sagome fisse, è fin troppo evidente e inequivocabile che questa specialità, peraltro inserita da circa venti anni fra le attività della Fidasc, rientri a pieno ed esclusivo titolo fra quelle statutariamente riconosciute di una Federazione nel cui acronimo è chiaramente riportata la parola caccia.
Una Federazione – e questa non sembra certo una considerazione di poco conto – che ha programmato per i giorni 11 e 12 settembre prossimi il 2° Campionato Mondiale di Tiro di Campagna con armi a canna rigata, specialità “Completo” a 50, 100, 200 e 300 metri, e di Tiro a Palla con fucili ad anima liscia, specialità “Combinato” su sagoma fissa e mobile a 50 metri.
A rendere ancora più “singolare” e forse assolutamente inopportuna l’iniziativa della Fitav, c’è poi l’inserimento, davvero particolare di una qualifica come quella dei “Selecontrollori” che fa la sua prima impensabile e impropria comparsa fra quelle storiche del tiro a volo e della Fitasc.
Non si può infine dimenticare che già in passato, con una azione di forza veramente autoritaria, una specialità, anch’essa squisitamente di estrazione venatoria come il “Tiro Combinato da Caccia” che la Fidasc aveva inventato e fatto crescere anche a livello internazionale, è stata per così dire fatta passare di mano a favore proprio della Fitav.
Per evitare, quindi, il ripetersi di simili sgradevoli e ingiuste azioni di arbitrio, la Fidasc ha formalmente chiesto, sia al presidente del Coni sia a quello della Fitav, di individuare in tempi brevi una soluzione consensuale dell’intera problematica che possa sfociare nella sottoscrizione congiunta di un protocollo che stabilisca, in modo chiaro e definitivo, la ripartizione delle competenze sportive fra le due Federazioni.
Roma, 2 settembre 2021 L’Ufficio Stampa FIDAS