Riceviamo e pubblichiamo:
Termina sabato nel Parmense il corso organizzato dagli armaioli italiani per la salvaguardia della fauna selvatica, tenuto dai due veterinari più esperti del Paese. Ancora tanto da fare per formare personale specializzato negli interventi di emergenza e urgenza in cui sono coinvolti animali
Gardone Val Trompia (Bs) – Chi pensa ai selvatici che scorrazzano per i nostri giardini e, soprattutto, per le nostre strade? Gli avvistamenti e gli incidenti si moltiplicano, ma sono ancora pochissimi gli operatori specializzati negli interventi di emergenza e urgenza in cui sono coinvolti animali. Il Consorzio armaioli italiani-ConArmI, associazione di categoria di produttori di armi e accessori per armi, è attenta alle esigenze ambientali e della collettività, tanto da aver organizzato un corso sul recupero e la cattura della fauna selvatica che si conclude sabato 30 ottobre, ma verrà replicato già questa primavera.
L’argomento è quanto mai d’attualità, considerando che con l'emergenza Covid si è registrato un aumento del 15% della popolazione di cinghiali, con una stima di 2,3 milioni di unità in Italia. Una situazione, stima la Coldiretti, che porta a un incidente ogni 48 ore, con 16 vittime e 215 feriti registrati durante l'anno della pandemia. E poi ci sono i danni ai raccolti, con perdite per milioni di euro, di cui sono protagonisti anche gli altri ungulati, da tempo in aumento sul suolo italiano.
I due docenti, Giovanni Maria Pisani e Riccardo Ercolini, sono entrambi veterinari e docenti universitari, tra i pochissimi specializzati sugli animali selvatici oggetto di intervento frequente (capriolo, daino, cervo, cinghiale, lupo, volpe, tasso, nutria, riccio, istrice). Sono molto conosciuti e intervengono dove c’è bisogno su tutto il territorio italiano. «Da anni cerchiamo di spiegare alle polizie locali, alle forze dell’ordine, alle Asl, ai colleghi veterinari, ai volontari chiamati ad agire, come trattare il selvatico nel momento in cui si trova in difficoltà, dal caso dell’incidente all’inurbamento, nelle situazioni più disparate di contatto con gli umani. I problemi si sono molto acuiti con il lock-down che ha portato i selvatici ancora più vicini e dentro le città e fermato molte attività di contrasto», spiega il parmigiano Pisani.
«L'intento del percorso formativo organizzato in collaborazione con ConArmI è quello di formare personale operativo specializzato, che abbia le conoscenze necessarie e la preparazione per dare supporto agli enti competenti e ai medici veterinari che intervengono sul territorio», aggiunge il genovese Ercolini. «La necessità di avere figure formate nasce dalle problematiche affrontate sul campo nella lunga e particolare attività professionale in questo ambito. Risulta fondamentale accrescere le competenze sia tecniche sia amministrative per affrontare una problematica in costante espansione».
Il corso online, organizzato in collaborazione con ConArmI, è indirizzato agli operatori che, per la loro professione o per attività di volontariato, sono chiamati a intervenire sul territorio per emergenze con animali in difficoltà, selvatici o domestici inselvatichiti, garantendone il benessere, la cura e il sicuro trasporto. Ha fornito tutte le nozioni normative, tecniche e pratiche per affrontare in sicurezza, sia per sé che per gli animali coinvolti, le varie situazioni. Partendo dal quadro normativo attuale, il corso ha preso in considerazione selettivamente sia la cattura meccanica sia quella farmacologica (telenarcosi), le attrezzature necessarie e come utilizzarle, l’intervento in sede di emergenza, l’assistenza a personale veterinario in caso di cattura farmacologica. L’abbattimento sempre e solo come extrema ratio.
Proprio al benessere animale è stata dedicata un’intera lezione e un’altra alla conoscenza delle singole specie. Durante la parte pratica del corso, che si è svolta presso il Parco provinciale Monte Fuso di Scurano (Pr), piccoli gruppi seguiti da un docente hanno approfondito i dettagli della strumentazione (reti, telenarcosi, contenimento e trasporto, monitoraggio anche sanitario) e del suo utilizzo e le modalità di approccio agli animali.
Sono poi state presentate le funzioni e i compiti specifici dei Cras (Centri di recupero animali selvatici) e Crase (Centri di recupero animali selvatici esotici), operanti sul territorio italiano per la tutela e il recupero della fauna selvatica, animali esotici, vaganti, selvatici, inselvatichiti e pericolosi. «Ogni provincia dovrebbe avere Cras e Crase: così ancora non è, ma in alcune regioni la situazione si sta evolvendo. In Lombardia Brescia l’ha appena costituito, Lodi e Milano lo stanno facendo».
Al primo corso hanno preso parte agenti della polizia provinciale di Treviso, Lodi, Brescia, Milano e Venezia, veterinari e studenti di veterinaria, guardie volontarie venatorie, un armiere, un istruttore faunistico venatorio, un consulente agrario e vari volontari Cras, per un totale di 31 persone di cui 11 donne.
È stata già fissata una seconda edizione del corso per il 2022 che si terrà dal 22 marzo al 12 aprile, mentre una terza edizione si svolgerà nell’autunno 2022.
Il Consorzio armaioli italiani-ConArmI (www.conarmi.org) è un’associazione di categoria di produttori di armi ed accessori per armi, armerie, aziende dell’indotto e società di servizi sempre connesse al settore. L’obiettivo dell’associazione è la tutela del comparto armiero, la promozione dell’eccellenza italiana nel mondo, la formazione di operatori e appassionati del settore.
ConArmI mette a disposizione: corsi teorici e pratici di formazione professionale, assistenza ai soci, ufficio legale, officina didattica, centro studi, aggiornamenti normativi, supporto organizzativo per fiere in tutto il mondo.