Il salone europeo dell’outdoor EOS Show, a Veronafiere dal 30 aprile fino al 2 maggio, è l’espressione di mercati che producono ottimi risultati per l’economia nazionale.
La produzione armiera, dopo il record fatto registrare nel 2021 con oltre 1,1 milioni di armi prodotte, quest’anno si avvia a migliorare ancora, scrivono gli organizzatori. Se nei primi tre mesi del 2021 sono state prodotte 261.625 armi, nel 2022 il Banco nazionale di prova ne ha sottoposte a test già 273.901 (+4,69%). Crescono forte soprattutto le armi lunghe da caccia e sportive e le corte sportive e comuni.
Secondo lo studio dell’università di Urbino (PU) del 2018, la produzione di armi e munizioni per uso civile, sportivo e venatorio in Italia vale 7 miliardi e 293 milioni di euro, corrispondenti allo 0,44% del Pil nazionale, con 87.549 occupati. L’export incide per il 90,3% (+6,3% rispetto al 2010).
Il valore economico del settore (produzione di armi e munizioni, compreso il sistema di fornitura e i distributori) ammonta a oltre 909 milioni di euro, con un impatto stimato di oltre 759 milioni di euro. Il valore dei settori collegati alla domanda finale di prodotti e servizi da parte di cacciatori e tiratori sportivi, si attesta su 3 miliardi e 300 milioni euro (-16% rispetto al 2010). Attualmente le imprese operanti in questo comparto sono 2.334, in crescita del 3% rispetto al 2010. Il numero di addetti del settore è di 11.433, in crescita dello 0,7% rispetto al 2010.
I mondi del tiro agonistico e amatoriale e quello della caccia contano insieme oltre 1,2 milioni di praticanti: quasi 650 mila le licenze di caccia rilasciate nel 2020. Il calo dei cacciatori è in atto da anni, con scarso ricambio dettato soprattutto da una cattiva percezione da parte dell’opinione pubblica, ma cresce il tiro sportivo, trainato dai grandi successi nelle competizioni internazionali da parte degli atleti azzurri e, soprattutto, quello amatoriale.