I cacciatori ed i possessori di armi per uso sportivo o per difesa personale devono essere integerrimi in tutti gli aspetti della loro vita. Non occorre arrivare a compiere un reato per essere considerati non idonei alla detenzione di armi, bastano comportamenti che mettano in dubbio l'affidabilità e l'equilibrio psico fisico della persona per revocare tale concessione.
A riprova di questa constatazione si contano a decine i casi finiti davanti ai tribunali italiani. Come il caso di un uomo a cui nel 2016 la Prefettura revocò il porto d'armi per un post pubblicato sui social. A distanza di 6 anni quel diniego è stato confermato dal Tar Liguria, che ha rigettato il ricorso dell'interessato. Sembra infatti che l'uomo abbia pubblicato un post dai contenuti autolesionistici, a cui sono seguiti dapprima il ritiro cautelativo delle armi detenute da parte dei Carabinieri, a cui successivamente è seguito il provvedimento di revoca del porto d'armi da parte della Prefettura.
“Ai fini della revoca dell’autorizzazione e del divieto di detenzione di armi e munizioni – scrivono i giudici del Tar come riportato dal sito ImperiaPost– non è necessario che sia stato accertato un determinato abuso delle armi da parte del soggetto istante, ma è sufficiente la sussistenza di circostanze che dimostrino come questi non sia del tutto affidabile al loro uso”.
“Infine – concludono – anche laddove si volesse dare credito alla versione del ricorrente, secondo cui si sarebbe trattato di un mero sfogo […] male interpretato, dovuto ai contrasti in seno alla famiglia […] emergerebbe comunque una grave situazione di tensione familiare […] ovverosia una situazione comunque non compatibile con la detenzione di armi”.
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