Nell'ambito del III Congresso Nazionale "Filiera delle carni di selvaggina selvatica" tenuto dal 10 al 12 maggio 2023 a Foligno (PG), tanti sono stati gli spunti di riflessione rivolti al mondo venatorio. Uno su tutti: il graduale passaggio a munizionamento atossico a favore di carni più salubri. Ne ha parlato in particolare Roberto Viganò, membro del comitato organizzatore dell’evento e Vicepresidente Sief.
Una questione, ha detto, estremamente complessa. Tra i cacciatori negli ultimi anni si è infatti acuita l’acredine tra gli strenui difensori del piombo da una parte e chi invece vorrebbe imporre un divieto generalizzato per tutte le forme di caccia. Si assiste anche ad un continuo dibattito tra chi difende l’efficacia della balistica terminale delle palle free lead e chi invece sostiene la minor letalità del colpo. Viganò ha portato però un esempio pratico, con informazioni raccolte sul campo nell’ambito del Progetto Filiera Eco-Alimentare svolto in Provincia di Verbania, dove sono state effettuate indagini sulle modalità di abbattimento dei capi a partire dalla stagione venatoria 2015-2016 e sull’uso ed efficacia del munizionamento al fine di valutare la mortalità diretta e la qualità delle carni di selvaggina.
Dalle domande poste ai cacciatori giunti al centro di verifica è emerso come 2 cacciatori su 3 all’inizio del progetto utilizzavano palle al piombo per la caccia di selezione agli ungulati. Di questi, poco meno del 30% ha affermato di non frequentare mai un poligono di tiro, il 31% di andare solo 1-3 volte l’anno, ed il 39% di frequentarlo abitualmente più di 4 volte l’anno. Dai dati raccolti è emerso che le performance di tiro (letalità del colpo) di chi non frequenta il poligono risultano migliori con l’utilizzo delle palle al piombo (32% Pb contro il 23% FL) mentre chi frequenta assiduamente il poligono è maggiormente letale con le palle free-lead (47% FL contro il 36% Pb), a dimostrazione di una maggior conoscenza dei mezzi e di una maggior preparazione al tiro. In sostanza: per essere letali con munizioni monolitiche bisogna semplicemente esercitarsi a spararle.
Negli anni successivi, è emerso come, senza porre nessun vincolo od obbligo ad utilizzare un certo tipo di munizioni, i cacciatori siano transitati autonomamente verso l’impiego sempre più frequente di munizionamento free lead. L‘analisi di 1.894 capi nel periodo 2015/2019 ha evidenziato un passaggio al munizionamento atossico da parte dei cacciatori di camoscio dal 28,9% al 45,5%, mentre sul cervo tale crescita è passata dal 30,9% al 52,9%. Nello stesso modo le performance di tiro sono migliorate, poiché la letalità del colpo è passata da circa il 70% a oltre l’80%. Tale trend è stato confermato anche dagli studi condotti nella stagione venatoria 2022/23.
Un altro aspetto estremamente sorprendente è la convenienza economica emersa da questa ricerca per chi ha scelto di sparare munizioni atossiche. Il progressivo abbandono delle munizioni al piombo, soprattutto nella caccia al cervo, è infatti avvenuto anche per un preciso incentivo economico. La creazione di una filiera carni, infatti, ha fatto sì che i macellai ritirassero con maggiore facilità e ad un prezzo più elevato i capi prelevati con palle atossiche rispetto a quelli prelevati con piombo, sia per una questione di gestione della carcassa (legata all’eccessiva frammentazione del piombo e alle ampie aree emorragiche da scartare durante la toelettatura), sia per avere un vantaggio nella vendita del prodotto potendo etichettarlo con la terminologia “non contiene frammenti di piombo”, aspetto ben visto dal consumatore.
La ricerca mostra dunque che prima di arrivare al divieto per legge, che imporrebbe nuovi controlli e costi di gestione, i cacciatori possono essere “accompagnati” verso l’abbandono delle munizioni al piombo attraverso meccanismi di mercato che premiano tutti gli attori della filiera: cacciatore, macellaio e consumatore. In tal caso, un ulteriore incentivo, potrebbe essere legato ad una miglior comunicazione della tipologia di munizionamento usato a livello di etichettatura del prodotto.
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