La Federazione Caccia Regno delle due Sicilie, sezione Catania ha scritto una lettera al Ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida esprimendo preoccupazione riguardo al Regolamento UE n.2021/57, che impone restrizioni sull'uso delle munizioni di piombo nelle zone umide.
Nella lettera, si contestano le teorie sulla quantità di piombo ingerito dalla fauna acquatica e si definiscono "fantasiose" le affermazioni riguardanti la mortalità delle specie acquatiche a causa dell'ingestione di piombo. Si sostiene che il piombo che cade nelle zone umide si deposita in profondità e non costituisce un cibo per le specie acquatiche. Inoltre, si afferma che non esistono prove che l'ingestione accidentale di un pallino di piombo possa essere letale per gli esseri umani.
L'associazione propone che l'Italia emetta un decreto che definisca le percentuali di zone umide escluse dall'attività venatoria, consentendo il transito attraverso queste aree con fucili scarichi e munizioni ben custodite, a condizione che sia mantenuta una distanza di cento metri dai limiti delle zone umide. Si sottolinea che questo approccio è già adottato in alcune zone a partire dal 1° gennaio.
L'associazione sottolinea la confusione venutasi a creare riguardo all'accento posto sulle sanzioni penali per chi detiene e trasporta munizioni di piombo vicino alle zone umide, ritenendo che ciò rappresenti un accanimento contro i cacciatori anziché un'azione contro le industrie responsabili dell'inquinamento delle zone umide con scarichi industriali o sostanze chimiche agricole.
Viene fatto poi notare che solo il 5% dei cacciatori in Sicilia pratica la caccia nelle zone umide, poiché molte di queste aree sono già protette. La maggior parte dei cacciatori sull'isola pratica la caccia al coniglio, che richiede munizioni al piombo, e sottolinea le sfide legate all'uso di munizioni d'acciaio e la necessità di acquistare nuove armi.
Infine, l'associazione si rivolge al Ministro, esprimendo fiducia nella sua difesa dei diritti dei cacciatori e della cultura italiana di caccia, criticando l'Unione Europea per ciò che percepisce come tentativi di minare l'identità culturale e tradizioni italiane.