Come ben sappiamo, dal 2018, ogni possessore di armi ha l'obbligo di presentare il certificato medico di idoneità psichica ogni cinque anni (anzichè sei come era in precedenza), ovvero a scadenza del porto d'armi. Ma cosa comporta il ritardo nella consegna di tale certificato alle questure? Dipende.
Sul sito Earmi, l'esperto di legislazione armiera, Andrea Vicari, riporta il caso di una Questura, in una provincia non precisata della Sardegna, che ha adottato un'iniziativa punitiva, denunciando penalmente il possessore che non aveva rinnovato il certificato, ai sensi dell'articolo 17 del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza (TULPS), che può comportare un arresto fino a tre mesi o un'ammenda fino a 260 euro.
Vicari solleva robusti dubbi sulla legittimità di questa sanzione aggiuntiva, considerando che la normativa vigente non prevede esplicitamente altre penalit�oltre a quella dell'art. 39 del TULPS, che autorizza il Prefetto a revocare la licenza di detenzione delle armi. Inoltre segnala che il sistema attuale non fornisce una regolamentazione definitiva riguardo alla procedura per la presentazione del certificato medico.
La situazione diventa ancora più complessa considerando il regime transitorio introdotto da diverse circolari ministeriali nel corso degli anni, che ha generato confusione sulle procedure da seguire e sulle eventuali sanzioni applicabili in caso di mancata presentazione del certificato.
Vicari conclude sottolineando l'importanza per i detentori di armi di tenere traccia delle scadenze relative al certificato medico e di procedere tempestivamente alla sua consegna in caso di omissione, al fine di evitare conseguenze legali indesiderate.
Sulla questione interviene anche Edoardo Mori, sottolineando come il Prefetto possa procedere al ririro delle armi, dando avviso di procedimento e termine per dedurre, ma che in queste occasioni ci si trova di fronte ad una situazione sanabile poiché si tratta di una modesta omissione formale che non implica alcuna prova di inaffidabilità del detentore.
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