"Notoriamente l’utilizzo di contanti e simili risulta allo stato decisamente in regresso, per cui la stessa situazione di pericolo del ricorrente non appare allo stato tale da giustificare il porto d’armi".
Una motivazione che suona quantomeno bizzarra quella avanzata dal Tar dell'Abruzzo nel negare rinnovo del porto d'armi per difesa personale ad un imprenditore di Pescara, titolare della licenza dal 1988.
L’uomo, amministratore unico di due società, si era visto rigettare l’istanza di rinnovo dalla prefettura del capoluogo abruzzese e ha così deciso di ricorrere alla giustizia amministrativa per vedere riconosciuto un diritto negatogli dopo più di vent’anni, pur restando valide le motivazioni che ne avevano consentito il primo rilascio. A quanto pare i giudici hanno dimenticato i due principali motivi per cui la prefettura può negare il rinnovo del Porto d’armi: quando il titolare abbia abusato dell’arma o abbia con la sua condotta determinato una diminuzione della sua affidabilit�o quando non ci sia più necessità di un porto d’armi.