Alla vigiglia dell'apertura della caccia al cinghiale, il Corpo Forestale dello Stato di Perugia si è trovato costretto a sospendere l'atto che ha proibito (soltanto per quattro giorni) l'uso dei fucili a canna rigata con più di due colpi, un provvedimento deciso in linea con la convenzione di Berna, recepita dallo Stato italiano con la legge 503/81 ma che ha trovato parecchi ostacoli nell'ambito delle applicazioni legislative italiane: Come ha ribadito l'Associazione Nazionale Libera Caccia infatti, vi sono sentenze, corredate di parere da parte dell'Ufficio legislativo del ministero dell'Ambiente, che vanno nella direzione opposta. In questi atti infatti il divieto dei due colpi in canna vale soltanto per i fucili a canna liscia. In una nota, il Corpo Forestale di Perugia ha affermato che pur rimanendo della stessa convinzione, ha demandato al Nucleo operativo antibracconaggio di Roma il compito di far luce sulla questione. Ora tocca al Noa rivolgere un quesito specifico all'Ufficio legislativo della Camera sulla legittimità di sbloccare la disposizione di divieto per l'uso delle carabine sopracitate.