C'è tensione tra i cittadini svizzeri appassionati di armi e delle discipline di tiro. Il prossimo 13 febbraio un referendum popolare deciderà se introdurre o meno ulteriori norme "anti-armi", avanzato nel tentativo di diminuire il numero di suicidi e di reati violenti nella nazione elvetica.
La questione, come sottolinea il partito svizzero dell'Unione democratica federale, che insieme agli appassionati si è schierato contro questa iniziativa, è però un po' più ampia. "La gran parte dei reati violenti domestici - precisa in una nota il partito svizzero - viene perpetrata con coltelli, e non con armi da fuoco, mentre chi si toglie la vita ricorre sempre più spesso a medicinali e veleni". A favore della proposta si schiera Jacques de Haller, presidente della Federazione dei medici svizzeri (FMH): "Quando le leggi relative alle armi diventano più severe, diminuiscono generalmente non solo i suicidi compiuti con un'arma, ma anche i sucidi in generale. Lo dimostrano gli esempi di paesi come l'Inghilterra, la Scozia, l'Australia e il Canada".
Se approvata la norma prevede che ai militari sarà vietato custodire in casa la propria arma di ordinanza, anche se, sottolineano i promotori del referendum ai cacciatori e ai tiratori non sarà impedito di disporre della loro arma.