Gli 850 mila cacciatori italiani (somma dei tesserati alle federazioni venatorie e non) costituiscono una grossa fetta del mercato armiero italiano. Lo rivela lo studio commissionato dall'Anpam all'Università di Urbino, che ha messo a confronto i dati evidenziati da tutti i principali studi sul settore, anche a livello europeo, tenendo particolarmente in conto quello svolto più recentemente (Astra, 2011).
I dati relativi alla spesa per armi e munizioni sono stati incrociati con quelli sulla produzione venduta nel mercato interno e sulle importazioni per verificarne l'attendibilità. Oltre ai cacciatori attivi sono stati calcolati anche quelli definiti "cacciatori senza sparare" (Astra, 2011), ossia quei soggetti che, pur senza fare uso di armi, condividono la passione per la natura e la fauna selvatica, spesso accompagnando i
cacciatori nella loro attività.
Per questa categoria, che l'indagine Astra (2011) quantifica in 1.200.000 individui, è stata stimata un'attività mediamente meno assidua e minori spese, limitate per lo più all'abbigliamento (€ 68 annui), viaggi (€103) e piccoli consumi (€ 162), per un totale di € 333 annui pro-capite.
Complessivamente, considerati anche i cacciatori senza sparare, la spesa totale sostenuta ogni anno dai cacciatori ammonta a € 3.260.344.347, comprese armi e munizioni. Considerato, tuttavia, che il valore della produzione di armi e munizioni a livello aggregato è già stato calcolato, ai fini del calcolo del valore dei settori collegati alla domanda finale va considerata la spesa totale escluse armi e munizioni.
Il valore di riferimento diviene quindi € 3.050.479.347.