Cari amici di Bighunter per chiudere gli argomenti trattati ultimamente non manca che affrontare le nozioni connesse ai rimbalzi dei proiettili.
Se per le schegge il comportamento era piuttosto intuitivo ed intuibile, tutto cambia per ciò che concerne i rimbalzi.
Innanzitutto definiamo il campo di azione dei rimbalzi che certamente oltre alla conoscenza prettamente teorica di balistica esterna ha una grande importanza pratica sia per la realizzazione dei poligoni di tiro, in particolar modo di quelli a cielo aperto, sia per la balistica forense (nello studio dell’azione di un’arma da fuoco delle traiettorie, del punto di origine dello sparo ecc.) che per tutti i cacciatori in materia di sicurezza nell’uso delle armi da caccia.
L’argomento è molto complesso sia perché i parametri di cui tener conto sono molteplici (innanzitutto il tipo di proiettile con tutte le sue caratteristiche specifiche, l’angolo di impatto e la velocità, ma anche il tipo di substrato sia solido che liquido, la dimensione di quest’ultimo, la reazione del materiale impattato ecc.) sia perché non è semplice fare dei pronostici sui rimbalzi giacché al minimo variare di uno dei parametri di cui sopra l’effetto finale sarà diverso.
Per prima cosa occorre individuare i vari tipi di superfici che ricevono il colpo distinguendole in 4 grandi gruppi:
A) Superfici liquide (non solo fiumi o laghi ma anche piccole raccolte di acqua).
Molto spesso si tende a ritenere che il proiettile affondi sempre se sparato nell’acqua e che questa non possa essere una superficie “rimbalzante”, ma così non è.
Se infatti l’impatto avviene con un angolo limite piuttosto piccolo, < 10°, il proiettile si immerge per pochi cm e riemerge con un angolo di poco maggiore di quello di ingresso. (Quindi può risultare pericoloso un piccolo specchio d’acqua o anche una pozzanghera durante la caccia!).
Rimbalzo in acqua
B) Superfici rigide (quelle che non subiscono modifiche significative al momento dell’impatto).
Non esiste un elenco certo di quelle che possono essere considerate superfici rigide, per così dire refrattarie al colpo d’arma da fuoco (anche una lastra di acciaio può avere resistenza balistica differente al variare del proprio spessore o del calibro dell’arma utilizzata), ma di solito vengono considerate tali le lastre di acciaio, alcuni tipi di rocce e minerali ecc.
Rimbalzo su superficie rigida non cedevole
C) Superfici cedevoli (quelle che all’impatto subiscono un’evidente modifica).
Non bisogna pensare che rientrino in questa categoria solo quelle superficie che si deformano o si schiacciano all’urto ma bisogna considerare anche quelle che vengono spostate nell’impatto.
Per quello che interessa a noi in particolare la terra come pure la sabbia nei campi di tiro che vengono erroneamente considerate materiali assorbenti per antonomasia, non considerando che non tutti i colpi che andranno ad impattare con il terreno saranno trattenuti e si potranno generare, quando l’angolo di impatto è all’interno di un certo range (che muta da calibro a calibro anche in funzione delle caratteristiche merceologiche della palla ma non è così limitato come si potrebbe credere - anche + di 20°) dei colpi di rimbalzo molto pericolosi.
Questo perché il proiettile si ficca nel terreno spostando in avanti una certa quantità di quest’ultimo che si accumula, gli fa da trampolino di lancio, e quindi non solo il proiettile rimbalzerà ma l’angolo di fuoriuscita sarà più ampio di quello di entrata.
Generalmente per ciò che concerne lo studio dei rimbalzi di distingue il munizionamento dell’arma corta da quello per arma lunga.
Nel nostro caso però sarebbe più pratico distinguere l’effetto del munizionamento per il fucile rispetto a quello per carabina di precisione, distinguo che potrà orientarci nella scelta dell’arma a noi più congeniale. Mentre infatti il primo genera rimbalzi più frequenti ma letali a distanze decisamente più contenute (da poche decine di metri a un paio di centinaia a seconda del munizionamento scelto) il secondo, che nella maggior parte dei casi ha un proiettile che si frantuma nell’impatto o penetra più facilmente il bersaglio, quando questo non avviene e rimbalza intero (o produce schegge di una certa entità) sarà letale o pericoloso anche a distanza ben oltre i 1000 metri. Di contro il suo angolo limite sarà più contenuto, inferiore ai 10°.
Rimbalzo su superficie rigida non cedevole
D) Superfici frangibili (quelle che si frantumano nel punto d’impatto) La particolarità di questo materiale è che, pur frantumandosi nell’impatto, non genera materiale da dislocare in avanti, per cui la parte più profonda del solco si troverà nell’area vicina al punto di ingresso del proiettile. Presentano una variabile di rimbalzo piuttosto varia, sebbene infatti la maggior parte dei colpi di rimbalzo su superfici frangibili genera angoli di uscita più piccoli di quelli di entrata a volte questa legge si smentisce.
Rimbalzo superficie cedevole e frangibile
Raffaella Sorropago