Essendo i pallini in acciaio pressoché indeformabili, oltre che per il ridotto borraggio offrono una resistenza ai gas poco elastica per cui la pressione viene meno ammortizzata e il picco massimo si realizza in un tempo più breve (circa la metà di quella realizzata con pallini in piombo). La tipologia di polveri utilizzate per caricare pallini di acciaio è a più lenta combustione in modo da far rimanere in termini accettabili i limiti di pressione senza creare problemi di chiusura delle canne e della resistenza in generale dei fucili.
Bisogna però distinguere due tipi di munizionamento: la cartuccia a caricamento standard e la cartuccia ad alte prestazioni, che non può essere utilizzata in armi sottoposte alla prova ordinaria o superiore del banco prova (1370 bar per cal. 12).
I fucili che hanno superato invece la prova speciale per pallini di acciaio al Banco Nazionale Prova a 1370 bar possono sparare tutte le munizioni approvate dal C.I.P. (la canna è punzonata con un marchio a forma di “Giglio”).
Per le armi soprattutto di produzione non recente sottoposte alla prova inferiore al Banco Nazionale Prova (punzonate con un solo asterisco) è consigliabile un attento esame dell’arma in tutte le sue caratteristiche meccaniche e strutturali come la chiusura e le condizioni della canna e della strozzatura. Questo tipo di arma è senza dubbio la meno indicata per sparare cartucce con pallini in acciaio.
Secondo le decisioni del C.I.P. occorre distinguere:
A) Fucili che abbiano subito la prova tradizionale, ordinaria o superiore di 960 bar (cal. 12), 1020 bar (cal. 16) e 1080 bar (cal. 20), ma non quella per pallini di acciaio, possono sparare cartucce con pallini di acciaio con durezza esterna massima di 100 Vickers (interna 100) se:
la pressione non supera i 740 bar;
se il diametro del pallino non supera i 3,25 mm per il cal. 12, i 3 mm per il cal. 16, i 2,75 mm per il cal. 20;
se la velocità dei pallini non supera i 400 ms per il cal. 12, i 395 ms per il cal. 16 e i 390 ms per il cal. 20.
Inoltre se la prova è stata soltanto ordinaria (non “superiore”) la strozzatura non deve superare la mezza strozzatura.
B) Fucili che abbiano subito la prova superiore di 1200 bar in cal. 12 (1370 bar piezo). Valgono le stesse regole.
C) Fucili che hanno subito la prova speciale per pallini in acciaio a 1370 bar al trasduttore (marchio di prova per il giglio) possono sparare tutte le munizioni approvate dal C.I.P. ma:
la pressione non deve superare i 1050 bar,
i pallini non devono superare i 4 mm se la strozzatura non supera la mezza (5/10) strozzatura; se è inferiore si possono usare pallini oltre i 4 mm,
la velocità iniziale non deve superare i 430 ms (cal. 12, cal. 12 magnum e cal. 20) o i 420 ms (cal. 16/70) o i 410 ms (cal. 20/70).
E’ possibile far sottoporre alle prove superiori o meglio alla nuova prova per pallini in acciaio (punzonatura “giglio”) anche armi già detenute- Naturalmente non è affatto scontato che queste armi possano superare la prova in oggetto che ricordo è senza dubbio più forte e potente rispetto alle prove inferiori.
Potrebbe anche accadere che a seguito di questa riprova l’arma risulti assolutamente inadatta allo scopo o risultare danneggiata anche in modo irreparabile.
Il maggiore pericolo per i fucili utilizzando cartucce con pallini in acciaio riguarda la canna e in modo particolare la strozzatura o gli strozzatori intercambiabili.
Partendo dal fatto che i pallini in acciaio sono decisamente più duri dei pallini in piombo significa pure che sono indeformabili. Per questo fatto quando lo sciame attraversa la strozzatura della canna (la strozzatura è il restringimento del diametro interno della canna nel tratto terminale di volata e serve a concentrare più o meno la rosata dei pallini in funzione delle esigenze di caccia e delle distanze di tiro) subisce un brusco freno e si creano elevate sollecitazioni radiali che possono provocare rigonfiamenti della canna o degli strozzatori ben visibili anche dopo poche spari. Questo rigonfiamento sarà tanto maggiore quanto più grossi sono i pallini quanto più è accentuata e corta la strozzatura e quanto più è debole la canna, sia per spessore che per la qualità dell’acciaio e della sua lavorazione.
Deformazioni prodotte da pallini di acciaio su canna di strozzatura massima
Per questi motivi sono sconsigliate, pena danneggiamenti più o meno gravi o irreparabili, strozzature superiori a 5/10 mm. (equivalente alle 3 stellette secondo la designazione internazionale o modified).
Questo è un consiglio ufficialmente prescritto dai banchi di prova internazionali (C.I.P.).
Se il diametro del pallino è superiore ai 4 millimetri il rischio di danneggiamento è forte, questo rischio va riducendosi o presentandosi solo dopo numerosi colpi utilizzando pallini di diametro sempre più piccolo, che riducono però progressivamente anche il potere di arresto e la lesività specialmente se si spara ad anatre od oche nel periodo invernale, a seguito anche della loro minore vulnerabilità.
Da vari esperimenti effettuati si è dimostrato che con pallini fino a 2,5mm. Di diametro ci sono relativamente scarsi pericoli di rigonfiamento in armi di recente produzione, mentre su fucili vecchi, molto usati, e impiegando pallini di 3 mm di diametro si possono avere rigonfiamenti anche dopo solo 50/100 colpi mentre dopo 500/700 colpi la canna può essere inutilizzabile, anche se non si sono verificate fino ad ora particolari situazioni di pericolo per il cacciatore.
Certamente sparando con strozzature inferiori ai 5/10 mm (cioè cilindriche, 4 stellette e 3 stellette, si finisce per penalizzare un poco le rosate e le distanze di tiro per animali quali gli acquatici difficilmente sparabili alle brevi distanze.
Naturalmente come avviene per qualsiasi modifica o cambiamento, le aziende si stanno attrezzando e preparando soluzioni tecniche sia sui fucili che sulle munizioni per colmare o ridurre il gap tra le distanze di tiro tra i pallini di piombo e quelli di acciaio.
Nonostante le migliorie che si potranno ottenere non si arriverà comunque mai alla stessa performance del piombo, ma è anche per questo che si dovrà ritarare il modo e il metodo di cacciare, limitando ai 30 metri al massimo la distanza di tiro (con pallino, ovviamente, adeguato nel diametro e nel peso all’animale da abbattere). La distanza ottimale di tiro è compresa tra i 20 e i 25 metri.
E’ un po’ come tornare indietro di 20/30 anni dove le caratteristiche delle armi e delle cartucce di allora non erano spinte come quelle dei giorni odierni. Personalmente credo che adeguandoci a questo nuovo modo di cacciare ci si guadagni in etica della caccia e sportività. Si sa che far arrivare a 20/30 metri animali come le anitre selvatiche od altri acquatici furbi e diffidenti non è solo una questione di fortuna, ma richiede una professionalità, bravura e tutta una serie di attenzioni ed esperienze da parte del cacciatore rendendo più logico, sportivo ed emozionante il confronto tra cacciatore e preda, preda che non deve essere solo considerata oggetto di carniere ma, obiettivo da raggiungere con qualche difficoltà.
Il vero gusto della caccia e del vero cacciatore è il confronto leale con la selvaggina e le emozioni che ne derivano saranno più vive, intense e dal risultato per niente scontato, che è il vero sale della caccia.
Vorrei evidenziare come l’introduzione dei pallini in acciaio possa essere ecologicamente paragonabile, nel settore automobilistico, all’introduzione progressiva di auto ecologiche (da EURO 0 ad EURO 1/2/3/4).
Per quanto riguarda le armi, dalle più recenti alle più vecchie, ci può essere questa analoga distinzione che finisce per determinare progressivamente la maggior capacità di utilizzare al meglio pallini in acciaio (soprattutto in condizioni di maggiore resa balistica e di sicurezza).
CONSIDERAZIONI DI BALISTICA ESTERNA
Partendo dal presupposto che il pallino in acciaio è sì più leggero ma presenta una indeformabilità decisamente superiore a quella del piombo, ne deriva un diverso comportamento dello sciame dei pallini in volo per la loro ottima attitudine alla penetrazione aerea, compensando in buona parte la diminuzione della energia cinetica alla distanza (diminuzione più sensibile rispetto al piombo). Contrariamente a quanto evidenziato anni fa e grazie all’evoluzione delle cartucce (evoluzione che non ha ovviamente raggiunto ancora il top) i pallini grossi di acciaio se sparati in fucili strutturalmente e geometricamente atti allo scopo, dimostrano una buona micidialità anche a distanza sui grossi acquatici, pure se creano un numero superiore di ferimenti. Infatti, anche se il pallino in acciaio essendo più grosso del pallino in piombo, riesce a conservare più o meno la stessa energia avendo circa lo stesso peso, non ha però la stessa sezione, bensì più grande, con una conseguente riduzione della densità ed energia sezionale e quindi di una minore capacità di penetrazione nel selvatico, solo in minima parte compensata dalla indeformabilità dell’acciaio nell’attraversamento del corpo.
Ecco perché è importante educare il cacciatore affinché eviti di sparare ad animali a distanze superiori ai 30/35 metri pur utilizzando armi e cartucce adeguate.
Alcuni vantaggi balistici però dei pallini in acciaio riguardano una riduzione della dispersione trasversale dello sciame migliorando sia la densità delle rosate rispetto al piombo che la dispersione longitudinale.
Formano cioè uno sciame alquanto più corto e compatto. Questa caratteristica risulta essere importante in quanto si può colpire l’animale con più pallini, a vantaggio di una maggiore letalità, pur rimanendo nelle distanze previste.
La maggior compattezza dello sciame (più corto rispetto al piombo soprattutto per la indeformabilità dei pallini periferici) ha una leggera controindicazione nei tiri trasversali per una minore probabilità di colpire il bersaglio di animali in volo a grande velocità. Personalmente credo che il cacciatore dovrà affinare i tempi di anticipo e migliorarsi nell’abilità di mira; anche questa condizione renderà il confronto con l’animale un poco più difficile e sportivo e le proprie capacità balistiche influiranno in senso positivo o meno nell’abbattimento. Sarà una condizione di maggiore soddisfazione dell’esercizio della caccia sempre intesa nei suoi valori più alti.
Valutando il rendimento di una cartuccia a 30 metri di distanza in un cerchio di 75 cm di diametro, si può mediamente asserire che il numero di pallini in acciaio a parità di strozzatura, che come ricordo non deve essere più di 5/10 mm (3 stellette) è superiore di circa 5-7% a quelli in piombo, mentre la lunghezza dello sciame a 30 m può avere una riduzione variabile dal 30 al 50% a seconda del caricamento della cartuccia e delle condizioni della canna e della lunghezza di strozzatura del fucile.