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nascita del problema

Il problema dell’avvelenamento da piombo negli acquatici è stato avvertito negli USA da circa 40 anni, ma solo all’inizio degli anni ’70 si è iniziata una ricerca seria per eliminare questo tipo di inquinamento, in particolare nelle zone con alta concentrazione di cacciatori.
Alcune specie di anatre, che raccolgono piccoli semi sul fondo di stagni ed acquitrini, finiscono per ingerire anche pallini di piombo con esito quasi sempre letale in tempi più o meno lunghi.
Sono stati invero fatti tentativi di immettere nel piombo sostanze atte a ridurne la tossicità o di proteggere il pallino stesso con diversi tipi di copertura (nichel, rame, ecc. ecc.). I processi digestivi degli animali  riuscivano però a distruggere il manto protettivo e i diversi additivi chimici potevano soltanto ritardare gli effetti tossici del piombo, ma non eliminarli.
A metà degli anni ’70 comparvero, in America, le prime cartucce originali caricate con pallini in acciaio, ma presentavano non solo problemi di natura balistica e di sicurezza, ma creavano altresì tantissimi  ferimenti degli animali, anche a ridotte distanze di tiro, cosicché il rimedio al problema era decisamente peggiore del male.
Ad anni di distanza sono stati fatti passi in avanti al fine di proporre cartucce in grado di soddisfare sufficientemente sia le esigenze balistiche che quelle di letalità.