Fa sempre una ottima impressione avere tra le mani una bella doppietta, essenza stessa dello spirito della caccia e massima espressione dell’arte di costruire i fucili. Concentrato di storia, tradizione, classe e tecnica costruttiva che, in un giustapposto non può mai essere approssimativa o poco meno che perfetta.
Fra le novità di questo 2009 fa allora particolarmente piacere vedere confrontarsi in questa tipologia di fucile una azienda italiana come la Fabarm, da sempre al primo posto per la ricerca tecnologica e l’innovazione, ma che non dimentica radici e canoni tradizionali. Lo fa con la Classis Grado IV, la più bella e curata delle doppiette serie Classis, già in catalogo.
La Grado IV è un fucile che si caratterizza per le proporzioni particolarmente riuscite di tutte le parti, a partire dalle cartelle lunghe incise da Cesare Giovannelli con scene di caccia tanto evocative quanto ottimamente rese, fino al calcio all’inglese, realizzato con il miglior noce particolarmente scelto e finito ad olio a mano. Ma in realtà l’aspetto estremamente classico, sottolineato da particolari come il calciolo in legno, le misure auree delle canne, la guardia del grilletto che si allunga all’indietro, unita idealmente al petto di bascula dalla sapiente ripresa delle incisioni, nasconde un’anima attualissima. La Classis infatti vanta fra le sue caratteristiche la bascula in acciaio forgiato con 4 ramponi, una resa balistica ineguagliabile con gli strozzatori INNER HP, particolarmente efficiente con cartucce con pallini in acciaio o per i tiri a lunga distanza. Una sintesi riuscitissima di tradizione e modernità, classicità e ricerca tecnologica, preziosa come il riporto in oro 24 carati che orna il petto di bascula
Imbracciata la Classis rivela un bilanciamento perfetto, che la fa salire alla spalla senza incertezze con l’occhio che trova naturalmente la linea di mira lungo la bindella antiriflesso. Bella ed efficace, dunque, a suo agio in botte, grazie alla possibilità di sparare pallini di acciaio – tecnologia in cui la Fabarm è senza dubbio all’avanguardia – come nel bosco inseguendo la Regina. Se proprio si vuole trovarle un difetto, avremmo preferito uno scatto bigrillo, in modo che veramente tutti i canoni della classicità fossero presenti. Ma è, in fondo, peccato veniale cui volendo è facile porre rimedio.
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