Il rinnovamento del marchio passa come prima cosa attraverso un rinnovamento della gamma di prodotto, con aggiornamenti di modelli famosi e apprezzati, come pure con fucili del tutto nuovi. Rientra in questa seconda categoria Affinity, semiautomatico inerziale calibro 20 e primo “piccolo calibro” tra i self loader inerziali franchi nonché modello che, rimanendo fedele a certi stilemi ed a determinate soluzioni tecnologiche, è caratterizzato da un’estetica ed una meccanica studiate ex novo. Un vecchio pallino della Franchi è quello di fare fucili leggeri e nel calibro 12 i fucili della linea Fast si conformano alla tradizione visto che il loro peso “medio” è di kg 2,85, mentre il più leggero di tutti, il Fast Pro, ferma l’ago della bilancia a 2.650 grammi.
I Fast sono camerati 12/76 e possono sparare tutte le cartucce standard e magnum normalmente utilizzate a caccia. Ma allora perché realizzare un semiautomatico del 20 che, col calcio in noce (sono in arrivo anche modelli col calcio in tecnopolimero) e con la canna da cm 71, pesa più o meno 2.650 grammi? Posto che con la canna più corta (cm 66) si perdono un po’ di grammi e quindi l’ Affinity vincerebbe anche la battaglia del peso, la risposta più vera alla domanda è che un fucile del 20 risulta più elegante e filante e inoltre, grazie al diverso equilibrio delle masse è comunque più svelto e maneggevole: la leggerezza si trasforma in ergonomia, infatti fin dal primo utilizzo l’Affinity 20 diventa l’estensione naturale del braccio del cacciatore.
Se il semiautomatico leggero del 12 è l’arma tuttofare che consente di non rinunciare alle prestazioni del calibro maggiore, quello del 20, sia pure camerato 20/76 come AFFINITY, è più un fucile per chi cerca funzionalità e essenzialità ed è disposto a rinunciare a qualche metro di portata effettiva in cambio della maneggevolezza e della maggiore sportività. Chi ha occasione di provare l’Affinity si rende facilmente conto di come sia facile sparare più colpi mantenendo la mira ed anche di come ci si sia adoperati per rendere il fucile più godibile, non solo “lavorando” su rinculo e rilevamento, ma anche smorzando ed eliminando vibrazioni ed urti.
Affinity non è certo un fucile pesante e avremmo potuto scendere ancora di più nel peso, ma non lo abbiamo fatto perché si tratta comunque di un fucile camerato magnum e nella sua progettazione oltre alla resa balistica e alla maneggevolezza abbiamo voluto privilegiare la controllabilità, il piacere di uso dell’arma e la possibilità che la stessa sia impiegata proficuamente da chiunque. Si tratta quindi di un fucile per tutti ma soprattutto è il fucile destinato allo sportivo che spara bene e che vuole godere dei vantaggi estetici e funzionali del calibro 20.
Affinity mutua dal Fast l’organizzazione meccaniche della chiusura ma se ne discosta perché il tutto è stato pensato in funzione della cartuccia del 20, come pure perché la sua testina rotante ha solo due robuste alette invece delle tre della testina del Fast. Come su tutti gli inerziali di attuale generazione, il codolo della testina è alloggiato entro una cavità dell’otturatore, cavità sul cui fondo troviamo un robusto mollone interposto tra codolo e parete della cavità. I’otturatore, che funge da massa inerziale, è collegato, attraverso un gruppo di rinvio con doppia asta di connessione, a un manicotto investito sul tubo serbatoio e caricato elasticamente da una molla anch’essa coassiale col tubo serbatoio.
L’affinity è un semiautomatico con chiusura stabile a svincolo inerziale che può sparare tutte le cartucce 20 e 20 magnum con cariche di piombi comprese tra 24 e 40 grammi ed energie cinetiche a un metro dalla volata non inferiori a 190 kgm. Come sui fratelli maggiori manca quindi la molla di recupero alloggiata nel calcio e si è invece scelta una soluzione che è tipicamente franchi: il front inertia Quanto al ciclo di funzionamento, questo è tipico delle chiusure con svincolo inerziale e testina rotante. Ad arma in quiete la testina impegna con le sue alette le relative sedi nel prolungamento della canna e l’otturatore (non vincolato geometricamente all’arma) viene trattenuto in posizione dal contrasto del mollone (quello nella cavità dell’otturatore) e della molla di recupero. Allo sparo il fucile inizia a rinculare ma l’otturatore, che non è vincolato, tende a rimanere in quiete ed assume quindi un moto di avanzamento relativo rispetto all’arma.
L’avanzamento dell’otturatore provoca la compressione del mollone che, quando il fucile è quasi alla fine del rinculo, si distende velocemente “sparando” indietro l’otturatore che, retrocedendo oltre la sua posizione di quiete provoca la rotazione della testina poiché il codolo della stessa è attraversato da un piolo la cui testa scorre dentro una pista a camme sul cielo dell’otturatore. L’arretramento dell’otturatore porta all’interazione tra piolo e pista a camme e quindi alla rotazione con conseguente sblocco della testina. Una volta che il vincolo meccanico è stato interrotto, il gruppo di otturazione continua la sua corsa retrograda estraendo ed espellendo il bossolo e comprimendo la molla di recupero coassiale al tubo serbatoio.
Quando il gruppo di otturazione giunge al punto morto posteriore la molla di recupero inizia a distendersi e lo riporta in avanti. Col movimento avanzante dell’otturatore si ha lo sblocco della prima cartuccia nel tubo serbatoio e il suo passaggio sulla cucchiaia di alimentazione che, dopo aver ricevuto la cartuccia, si solleva posizionandosi in modo che la testina possa impegnarne il fondello e
spingere la munizione nella camera di cartuccia.
Una volta che la cartuccia è completamente camerata la testina, sotto la spinta dell’otturatore, si dispone in chiusura e l’arma, avendo il cane armato, è pronta per lo sparo del colpo successivo.
Da osservare che fino a quando l’otturatore non è del tutto avanzato fino alla posizione di quiete (che coincide con la testina in completa chiusura) anche se il cane viene sganciato il colpo non può partire perché la testa del percussore rimane schermata rispetto alla faccia del cane e può essere da questa raggiunta solo e soltanto ad arma completamente in chiusura, garantendo in ogni circostanza la massima sicurezza al cacciatore.
Eliminando la molla di recupero nel calcio e la relativa biella si elimina una forza verticale che incrementa l’impennamento e che deriva dall’azione della biella sulla molla di recupero. Inoltre, con la molla di recupero investita sul tubo serbatoio il centro di gravità dell’intero gruppo di otturazione (testina, otturatore, aste di rinvio) viene ad essere spostato in avanti e leggermente abbassato, mentre gli spostamenti del centro di gravità conseguenti al movimento del gruppo di otturazione avvengono su un’escursione più ridotta.
Ne conseguono minore impennamento e maggiore stabilità del fucile durante il ciclo di fuoco.Nonostante la molla di recupero investita sul tubo serbatoio porti. Ad un maggiore ingombro
dell’asta, questa diventa ben gestibile dalla mano che la sorregge e la impugna. Inoltre le criticità, causate dallo spessore dell’asta e dalle quote delle aste del sistema di rinvio ed il loro accoppiamento al portaotturatore e al cilindro anteriore di collegamento tra le aste stesse investito sul tubo serbatoio, sono state risolte utilizzando opportuni materiali. Si è infatti ridotto lo spessore delle aste, che sono in pratica costituite da un singolo elemento ad U saldato anteriormente all’anello che scorre sul tubo serbatoio. Questa configurazione regge benissimo senza problemi e senza interferire con l’asta anche con uso pesante e prolungato.
Quanto all’asta essa è dotata di ingombri ridotti che facilitano la presa e, contrariamente a quanto avviene anche su fucili di grandi nomi, non si muove e non vibra allo sparo, cosa questa che rimane
inalterata anche nel tempo e con un uso pesante. L’asta e il calcio sono realizzati in noce europeo grado due e portano uno zigrino di nuovo disegno, studiato non solo per essere più bello ma anche per facilitare il riassetto della mano pur restando adeguatamente grippante in tutte le situazioni.
Sul calcio dell’AFFINITY è ovviamente possibile variare piega e vantaggio, con valori della piegatura pari a 45, 50, 55, 60, 65; il kit in dotazione consente di spaziare su tutti i valori. Sempre come optional sono disponibili calcioli di differenti lunghezze in modo da consentire la personalizzazione non solo della piega ma anche della lunghezza del calcio. Il nuovo piccolo calibro si riconosce a colpo d’occhio come un Franchi: forme svelte e leggere, con la carcassa “segnata” da due linee che congiungono canna e calciatura.
Il fucile viene proposto con canne da cm 66 e cm 71, con finitura opaca, bindella flat da 7mm (o step per il mercato americano) e mirino con inserto in fibra ottica, gli strozzatori sono da cm 7 per ridurre le deformazioni a carico dei pallini periferici ed avere così rosate più folte, guarnite e regolari. Il fucile viene consegnato con tre strozzatori: *, *** e *****; gli strozzatori *****, **** e *** sono abilitati per lo steel shot.
Calcio ed asta sono finiti ad olio e il calcio è completato con un calciolo Tsa adv in schiuma poliuretanica che riduce il rinculo e allo stesso tempo non si impunta sugli abiti quando il fucile viene imbracciato rapidamente Tutti i fucili semiautomatici che non hanno la canna stabilmente fissata alla carcassa o alla scatola di otturazione possono avere una tendenza, più o meno marcata, allo spostamento del centro di mira smontando e rimontando la canna come pure sparando tanti colpi di seguito, spostamento che, nel caso di spari continuati che surriscaldano la canna, può andare a sommarsi con lo spostamento derivante dall’interferenza della bindella con la dilatazione della canna susseguente al riscaldamento.
Sull’ AFFINITY si è operato in modo da contrastare al massimo grado i possibili spostamenti del centro di mira (e quindi le variazioni della giustezza) dotando le canne di un prolungamento posteriore (culattina) particolarmente sviluppato che, in unione con la flangia di appoggio sulla carcassa (le superfici a contatto sono rettificate) contribuisce a fare in modo che la canna non si “sposti” sparando molto e a darle esattamente la stessa posizione rispetto alla carcassa ogni volta che viene rimontata sul fucile.
La sicurezza non è mai un dettaglio trascurabile e “sicurezza” non significa solo robustezza a tutta prova; una chiusura incrollabile o una catena di scatto che non fa partire il colpo se il fucile cade a terra col cane armato e la cartuccia camerata. Questi “aspetti” sono particolarmente curati sul nuovo Franchi di calibro cadetto ma… non basta. Sicurezza significa anche un ciclo di funzionamento che rende più difficile la partenza accidentale di colpi manovrando l’otturatore e per questo motivo il ciclo di funzionamento di AFFINITY non prevede il passaggio di una cartuccia dal serbatoio alla camera se manovriamo manualmente l’otturatore.
La cartuccia “passa” se spariamo ma se la manovra è manuale per consentire il passaggio di una cartuccia dal serbatoio alla cucchiaia e da questa alla camera di cartuccia è necessario preventivamente agire sulla leva discesa cartucce, che sporge sul fianco destro del gruppo di scatto ed ha anche la funzione di avviso di cane armato. E oltre a diminuire i rischi e facilitare il caricamento e lo scaricamento del fucile, questa congegno è di aiuto anche sul campo perché facilita e velocizza la sostituzione della cartuccia in camera quando vogliamo camerare una cartuccia di tipo diverso rispetto a quella in camera e nel serbatoio.
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