Eleonora Vignato, venticinquenne vicentina è una cacciatrice appassionata. Eleonora pratica prevalentemente la caccia al capanno (soprattutto allodole) ma si cimenta in ogni forma di arte venatoria. Abita a Orgiano, in provincia di Vicenza e studia legge. Il suo impegno per la caccia la porta ad essere anche coordinatrice di un'associazione venatoria e segretaria nel comitato direttivo del suo Atc di residenza, nonché istruttrice venatoria.
La caccia agli occhi di questa giovane leva femminile è qualcosa che “tocca ogni estrazione sociale e cultura”, originata da qualcosa di molto profondo e romantico: “chi non conosce la caccia non può riconoscerne la sottile malinconica che sempre accompagna il cacciatore – spiega Eleonora -, come se qualcosa fosse rimasto in fondo all'anima e l'attesa, l'alba, il cammino potessero afferrarlo. Io non credo si arrivi alla caccia se non è Lei a volerti”.
“Mi accusano – spiega - di essere anacronistica, fuori luogo e fuori tempo, mentre io, da cacciatrice, mi sento nel luogo giusto e al momento giusto dovunque, e non mi stupisco più che spesso chi mi ha mosso queste accuse paventando la sua grande civiltà sia proprio chi spacca auto e sfregia monumenti per protestare contro i cacciatori” ci dice con grande sicurezza questa giovane donna, dimostrando concretamente che la caccia ha molte più speranze di accrescere e di acquistare quella credibilità che merita: “penso che siamo forti. Lo penso sempre di più” dice.
“Ritengo che la caccia possa costituire una risorsa per la ricostituzione di una società civile e che non abbia mai smesso di essere una risorsa per l'ambiente in quanto non ho mai pensato scindibile il connubio caccia-natura” ci dice ancora saggiamente Eleonora, che poi ci confida: “se mai Dio mi farà la grazia di avere dei figli voglio siano orgogliosi di aver respirato questa passione dalla madre.
Spero diventeranno cacciatori, ma se così non fosse voglio comunque che imparino ad amare questo meraviglioso mondo e a proteggerlo”.
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