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Francesco PianigianiNato nel 1952 a San Felice, un paesino nel cuore del Chianti, figlio di mezzadri, da sempre a contatto con la natura e gli animali. Considera il bosco il “salotto bono” dove trascorrere quanto più tempo possibile, cacciando, cercando funghi o semplicemente un luogo dove camminare, osservare, odorare e godere di tutto ciò che la natura ti offre. Accanito sostenitore della gestione del territorio.
Nessuno oggi può pensare di alzarsi la mattina, staccare il fucile dal chiodo e girare per la campagna cercando di catturare qualche preda. La caccia è cambiata, l’immagine del cacciatore è cambiata, oggi essere cacciatori vuol dire gestire.
La corretta gestione faunistica del territorio, con una effettiva salvaguardia delle culture è la strategia giusta che può legittimare la caccia anche per chi cacciatore non è.
E’ un dovere di ogni cacciatore, dimostrare e spiegare alla società come una passione, la caccia, possa rappresentare una risorsa per la collettività.
Colleziona libri di caccia: in particolare tutto ciò che riguarda il cinghiale e la maremma. Niente a che vedere con i cuochi, ma gli piace cucinare la selvaggina, soprattutto gli ungulati ed i funghi.
Come cacciatore si definisce “Cignalaio” visto che caccia il cinghiale in maremma. Pratica la caccia di selezione a Siena dove trova anche il tempo per correre dietro ai suoi springer.
Ha iniziato a operare nella gestione del territorio nel 1990, con l’arrivo della caccia di selezione a Siena, dal 2002 Presidente dell’ATC 18 Siena 2. Particolarmente impegnato nella gestione del cinghiale, ha introdotto nell’ ATC 18 una Tecnica innovativa del censimento dei cinghiali, attraverso l’utilizzo di trappole fotografiche digitali a sensori passivi di movimento. Recentemente ha organizzato un convegno internazionale dal titolo “ La gestione del cinghiale nel III° millennio: esperienze in Europa e in Italia a confronto”.
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