Francesco Esposito, studia ragioneria (quinto anno) e vive a Rodi Garganico, in provincia di Foggia, non ancora 18enne, non ha ancora la licenza venatoria.
Per il momento si deve accontentare di lunghe passeggiate nel bosco con il suo breton o di accompagnare talvolta suo padre a caccia ma anche a raccogliere funghi, altra attività che adora. Quando prenderà la licenza seguirà l'esempio del padre: “che – dice - ha sempre fatto caccia al cinghiale e ai tordi, ma non mancherò qualche uscita a quaglie o a colombacci” e poi, aggiunge, “mi farò anche un cane da punta per cacciare la Regina”.
La caccia per Francesco non solo può contribuire alla salvaguardia dell'ambiente ma in tante situazioni rimane l'unico presidio dell'uomo a difesa della natura e degli animali. “Bisognerebbe farlo capire ai cittadini quello che siamo realmente, anche attraverso fiere, feste e momenti di aggregazione”.
E poi ci vorrebbe anche un gesto di civiltà dall'altra parte. “Siamo una minoranza, è vero, - spiega- ma la democrazia vuole che anche le minoranze vadano rispettate. Forse in futuro il numero dei cacciatori diminuirà e i giovani appassionati saranno sempre meno ma chi come me ha davvero passione potrà tramandarla al proprio figlio, facendo in modo che non abbia mai fine”. Del resto, spiega Francesco “sono straconvinto che la caccia è nata con il mondo e finirà insieme al mondo”.
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