Giorgio Torri ha 34 anni e vive ad Ospitaletto in provincia di Brescia, dove lavora come impiegato commerciale e a tempo perso è allenatore di calcio di giovani ragazzi. Per Giorgio la caccia è una delle più belle passioni ancora esistenti, trasmessagli dal padre. Purtroppo però, ci confessa, oggi è troppo tartassata dalla “moda” animalista e i cacciatori sono sempre troppo attaccabili e deboli. “E questo è veramente assurdo, poiché la caccia può contribuire a salvaguardare l'ambiente, i cacciatori sono i primi ad amare la natura”. La caccia che Giorgio preferisce è quella da appostamento fisso alla piccola migratoria. Ad oggi ci racconta di non avere molto tempo, ma forse più avanti potrebbe impegnarsi nelle associazioni venatorie, nell'interesse della caccia. “Delle associazioni apprezzo l'impegno, ma servirebbe più dialogo e condivisione tra loro”, afferma Giorgio. Il giovane cacciatore è padre di due bambini, Mattia di tre anni e Francesca di 20 giorni. E' ben contento che sua moglie abbia sempre rispettato e condiviso la sua passione per la caccia. E rivolgendosi al padre Gigi (leggi il racconto Al Capanno con... le spie), Giorgio esprime la speranza che anche il piccolo Mattia possa apprendere presto dal nonno, tanto di tradizione e cultura venatoria quanto di vita, educazione e semplicità, come ha trasmesso a lui.