Cosa non deve mancare nella dotazione del cinghialaio e l’accessorio più importante di tutti: il gilet, o meglio.. l’indumento ad Alta Visibilità!
Si è parlato sempre pochissimo dell’attrezzatura che un buon cinghialaio “dovrebbe” avere dietro, e secondo me è un male. Perché quest’argomento merita invece d’essere trattato con riguardo perché troppo spesso, sbirciando nei capientissimi zaini dei miei vicini di posta, è capitato di vedere che contenevano tutto tranne quello che serviva veramente. Cominciamo col descrivere come dovrebbe essere lo zaino del cacciatore di cinghiali. Ovviamente sarà diverso da quello che normalmente porta sulle spalle un selecontrollore o un cacciatore di montagna, perché le loro attrezzature non sono proprio le stesse e perché al cinghialaio è molto più comodo uno zaino di dimensioni più contenute.
E’ fuori discussione che lo zaino sia uno dei migliori compagni del cacciatore ed io consiglierei a tutti di usarlo, persino ai bracchieri ed ai braccaioli, che potrebbero portarlo con disinvoltura in spalla, nel folto della macchia, non solo durante la battuta, ma anche nella caccia alla cerca e nella “girata”. Oggigiorno tutti gli zaini in commercio vantano un eccellente standard qualitativo ed i modelli che più c’interessano sono quelli che consentono di trasportare comodamente, e di avere subito a portata di mano, tutte le attrezzature di cui potremmo aver bisogno. Lo zaino del cacciatore di cinghiali deve avere una capienza massima di 25-30 litri, zaini più piccoli o più grandi non sono certo l’ideale; una tasca interna va bene, due esterne sono ancora ammesse e poco d’intralcio durante gli spostamenti in ambiente boschivo. Uno zaino da caccia deve essere in nylon e/o in cordura antistrappo, idrorepellente, robustissimo e di facile pulizia. I fabbricanti seri e competenti hanno scelto dei materiali che meglio si adattano alle reali condizioni d’impiego e la continua ricerca di nuove soluzioni tecniche risponde a requisiti che tengono conto del lavoro e dell’usura protratti nel tempo. Un buon zaino dovrebbe avere una bocca di carico ampia, delle cuciture resistenti (meglio se doppie sul fondo), delle fibbie in resina robustissime, degli schienali comodi, anatomici, indeformabili, i rinforzi d’acciaio armonico in stecche d’ottima qualità e degli spallacci sagomati ed imbottiti, il tutto in meno di due chili di peso.
Quali saranno le attrezzature che dovremo metterci dentro? Un buon coltello o meglio due (uno multiuso con la lama da 100–150 mm ed uno simile o più piccolo da usare esclusivamente per tagliare gli alimenti); una minitorcia; qualche metro di robusta corda “da trasporto” (non occorrono né maniglioni né carrucole, ganci o moschettoni, perché di solito a caccia di cinghiali si è in tanti e una mano la danno, o almeno dovrebbero darla un po’ tutti per smacchiare gli animali abbattuti!); qualche metro di cordino di sezione minore, che potrebbe tornarci utile per legare i cani che spessissimo rimangono ad azzannare i capi abbattuti o che a volte possiamo trovare lungo la strada al rientro; un paio di sacchetti di nylon; un attrezzino multiuso “Leatherman”; una bottiglietta d’acqua (indipendentemente se avremo dietro il pranzo intero oppure la sola colazione); un piccolo kit di pronto soccorso composto da qualche cerotto, alcune bende imbevute di disinfettante, aspirine e compresse cortisoniche (tipo Bentelan) per chi è allergico a qualche pianta o alle punture degli insetti e qualche paio di guanti in lattice. Se il tempo minaccia pioggia è bene infilare nello zaino anche un poncho, una T-Shirt ed una camicia di ricambio!
Al cacciatore di cinghiale occorre anche una piccola accetta, un “pennato” o una roncola per pulire la posta, le linee di tiro e per preparare un palo per trasportare l’animale abbattuto (anche se di piccola-media mole un cinghiale ben difficilmente riusciremo a farlo entrare nello zaino!!), e che può tornare utile in tante altre occasioni.
Al cinghiaio serviranno anche munizioni di riserva, da trasportare non nelle confezioni originali, ma in comode e pratiche giberne in nylon o cordura (Mai in pelle o in cuoio, perchè il trattamento della concia è molto ossidante e fa diventare i bossoli verdi!), pile di ricambio per le ottiche con i reticoli illuminati e i Punti Rossi e l’ormai onnipresente radiolina con microfono-auricolare alla bodyguard. Sottolineo che non ho assolutamente simpatia per gli zaini stile “pescatore”, di quelli che hanno incorporati quegli orrendi sgabelli. Qualche modello particolarmente “High Tech” ha anche il contenitore per i vermi, ma un minuscolo sgabellino a treppiede in metallo e tela o in legno e cuoio può essere veramente d’aiuto, specialmente quando ci capiterà di stare per un’intera giornata di posta in mezzo ad un campo aperto (dove non esistono né sassi né quant’altro potrebbe aiutarci ad improvvisare una rudimentale sedia!) e magari anche semipaludoso.
Da qualche anno a questa parte ho preso la sana abitudine di mettere nello zaino anche un piccolo binocolo tascabile. Vi posso garantire che quando vado a caccia di cinghiali “in libera”, anche in battuta, un buon “binocolino” (max 8 ingrandimenti) può tornare utilissimo. Può servire ad esempio per cercare i cani che ancora non sono rientrati al crepuscolo, per controllare in lontananza se ci sono persone o case nella direzione dove potremmo tirare, per verificare se quel “puntino nero” che vediamo camminare tranquillamente sull’altro versante del monte che stiamo battendo è un cinghiale oppure no, e per tanto altro ancora. I “Pocket”, se sono di buona marca, sono accessori ottici molto utili e versatili e portarseli dietro non costa nessuna fatica, visto che hanno peso ed ingombri quasi inesistenti.
Ho cercato di elencare le poche ma fondamentali attrezzature che il cinghialaio moderno dovrebbe avere sempre dietro, ma come al solito ci sarà chi metterà nello zaino anche un GPS, delle batterie di riserva per la radio, magari anche un cappello in più, dei fazzolettini di carta e/o della carta igienica e per chi proprio non vuol rinunciare ai piaceri della vita, anche un thermos con il caffé ed una fiaschetta per la grappa.
Per ultimo ho lasciato l’accessorio più importante: Il gilet ad alta visibilità che finalmente da diversi anni è diventato obbligatorio. Ho detto gilet, ma il termine giusto sarebbe “indumenti ad alta visibilità” perché ormai si sta diffondendo la moda dell’abbigliamento ad alta visibilità in varie tonalità di rosso e arancione, cosa questa che ritengo davvero molto utile e comoda. Magari poi non dobbiamo esagerare perché un conto è farsi vedere da tutti i componenti della battuta, un’altra è rendersi ridicoli. Ho visto dei cacciatori vestiti completamente di arancione, con tanto di cappello, carabina e addirittura di cinta di trasposto fosforescente! A tutto c’è un limite. Ma torniamo all’utilità di questo accessorio.
Col passare degli anni mi sono davvero reso conto di quante volte abbiamo sparato TUTTI non in assoluta sicurezza. Perché ovviamente non potevamo vedere fin dove potevano essere i nostri compagni di battuta. Oggi, con indosso gli indumenti ad alta visibilità, può capitare di riuscire a “intravedere” nel bosco persone altrimenti invisibili. Magari nel poggio che abbiamo di fronte e dove avremmo sparato senza troppi problemi. Non passa battuta che non ringrazio chi ha finalmente deciso e imposto di adottare questo semplice, ma fondamentale accessorio di prevenzione antinfortunistica. Mio padre, a causa dell’età, ha smesso di andare a caccia quando ancora i gilet ad alta visibilità erano sconosciuti, forse sarei riuscito a farglielo anche indossare, ma con mio nonno Sigismondo l’avrei vista davvero dura!
Marco Benecchi