Le contraddizioni del "Piano di gestione e conservazione del Lupo in Italia" versione marzo 2019 proposto dal ministro Costa.
La popolazione del lupo sull'arco alpino occupa oggi il territorio di Italia, Francia, Svizzera, Germania, Austria e Slovenia con l'avvenuto incontro del lupo italico con quello sloveno-carpatico e a breve con quello europeo proveniente dal centro-nord della Germania, ovviamente con densità territoriali anche molto diverse. Il Piano Lupo, versione marzo 2019 del ministro Costa, recita all'Azione 4.5 di pagina 39 "Promozione di una politica coerente tra i Paesi della regione Alpina" ottima affermazione che però nasconde l'incoerenza del Ministero stesso che infatti non ha mai dato seguito al "Protocollo di collaborazione italo-franco-svizzera per la gestione del lupo nelle Alpi" stipulato a Parigi il 13 giugno 2006 dai rappresentanti del Ministeri dell'Ambiente e per l'Italia firmato da Aldo Cosentino direttore generale per la Protezione della natura.
L'Italia, delle sei nazioni, è l'unica a non prevedere il controllo della popolazione del carnivoro che, per la salvaguardia delle attività antropiche e della fauna più debole e sensibile, non può essere lasciata espandersi sino a saturare l'ambiente.
Monitoraggio lupi Germania
Francia: monitoraggio del lupo ad opera dell'ONCFS e controllo sin dal 2004 con il primo Piano d'azione lupo 2004-2008 nel rispetto delle Direttiva Habitat.
Svizzera: monitoraggio del lupo ad opera dell'UFAM-KORA e controllo da sempre come previsto dalla Strategia Lupo Svizzera nel rispetto della Convenzione di Berna.
Germania: monitoraggio del lupo, proveniente dalla Polonia e per la regione alpina dall'Italia, ad opera dell'Agenzia Federale per la conservazione della natura, al momento consentito solo l'abbattimento di lupi problematici.
Austria: lupi in espansione-transito provenienti da Italia, Germani e Slovenia ma formato un solo branco. Consentito il controllo dei carnivori a tutti i Land.
Slovenia: monitoraggio del lupo coordinato dell'Ente Forestale Sloveno, da sempre cacciato e oggi, dopo l'ingresso nella UE, controllato per la salvaguardia delle attività antropiche e della fauna selvatica ma mantenendo la popolazione in uno stato di conservazione soddisfacente come prevede la Direttiva Habitat (stessa cosa per l'orso).
Italia: monitoraggio inesistente per l'omissiva e vetusta legge 157/92 e l'inerzia dell'ISPRA sino a ieri, oggi forse c'è un progetto...
Solo per le Alpi, con il progetto europeo LIFE-Wolf Alps 2013/2018, si hanno dati certi come per la Toscana con il monitoraggio effettuato sotto il coordinamento del prof. Apollonio nel triennio 2013/15 che ha contato 109 branchi, 22 con possibili soggetti ibridi, e sommati alle coppie e ai solitati in dispersione raggiungono i 600 capi (audizione del professore il 10 maggio 2016 alla Commissione del Consiglio Regionale Toscano).
Il Piano Lupo al punto I.5.2 afferma "...la mediana della popolazione, in base a tale stima, è di 1580 animali....." e aggiunge " ....l'ISPRA suggerisce di fare riferimento alla stima inferiore cautelativa di 1070 individui per la popolazione appenninica e ...di 293 individui per la popolazione alpina.".
Facciamo ora un'attenta riflessione utilizzando i dati certi.
Distribuzione indicativa dei branchi di lupo in Toscana al 2015
600 lupi accertati in tutta la Toscana nel 2015 e almeno 300 contati sulle Alpi nel 2017/18 come è possibile che il Piano Lupo indichi la presenza in Italia di 1580 lupi e l'ISPRA cautelativamente 1070 per la popolazione appenninica e 293 per quella alpina per un totale di 1.363 lupi?
Se sono 600 in Toscana, ma nel 2015 e quindi oggi di più, quanti sono nella altre 12 regioni peninsulari tutte con la presenza del simpatico canide che è persino sceso per tutta la Puglia raggiungendo l'estrema punta marina di S.Maria di Leuca?
Presenza del lupo in Toscana su base comunale
La risposta sul possibile numero all'intelligenza e al buon senso dei lettori.
Lucio Parodi