Credo che le ditte costruttrici di armi da caccia, e in particolare di quelle da battuta destinate alla caccia al cinghiale, abbiano raggiunto il limite in materia di “stravaganze estetiche”! Capisco la voglia di cambiamento, d’innovazione, il voler offrire ai clienti sempre cose nuove e magari anche simpatiche, ma dovrebbe esserci anche un limite a tutto, in modo particolare nell’estetica delle armi. Come disse una volta il mio carissimo amico Giampiero: “le armi con le calciature in plastica sono funzionali, pratiche e a volte anche belle, ma..non hanno un’anima!” Come dargli torto? Una bella semiauto Browning, Benelli, Remington, Sauer, Merkel, etc, con il calcio in materiale sintetico è senza dubbio un’ottima arma per il moderno cinghialaio, che magari potrebbe “anche” accessoriarla con una cinta in cordura di colore arancione, ma andare a caccia con una carabina che assomiglia ad un fucile subacqueo oleopneumatico o ad un giocattolo per bambini capricciosi, davvero non mi piace. Non penso che sia di nessuna utilità oltre che avere una dubbia bellezza estetica.
Ok, i gusti son gusti e vanno rispettati, ma dovrebbe esserci davvero un limite al buon gusto. Alcuni anni orsono, non moltissimi direi, sulla scia della produzione d’Oltreoceano, anche i fabbricanti di armi lisce europei hanno cominciato a produrre dei semiauto Camufolage, con delle finiture delle parti sintetiche ed anche di quelle metalliche talmente realistiche e ben fatte, da rischiare quasi di perdere le armi se per caso avessimo dovuto adagiarle sopra ad un cespuglio o addosso ad un albero. Personalmente m’è piaciuta questa idea perché per certe forme di caccia, come quella agli acquatici e in particolare quella ai colombi dalla torre, i fucili mimetici possono davvero essere molto utili, ma vedere dei cacciatori di cinghiali star di posta con una carabina completamente arancione, con la cinta arancione e… tenetevi forte anche con il Collimatore a Punto Rosso arancione, mi fa sorridere, anzi quasi inorridire. Anche perché può capitare che le stesse persone indossino pure degli indumenti ad altissima visibilità, diventando semplicemente redicole.
Per molti anni ci hanno propinato la storia che a caccia di cinghiali potremmo andarci “anche” vestiti come Arlecchini, perché i cinghiali possiedono una vista poco acuta e addirittura monocromatica in bianco e nero. Sarà anche vero, ma io, dopo avergli dato la caccia per quasi cinquant’anni, ho i miei dubbi! Mi sto convincendo sempre di più che potrebbe essere il contrario, che il cinghiale veda sicuramente meglio di me. Sfogliando i cataloghi di armi e d’accessori ci sono pagine e pagine di articoli “arancioni”; dalle armi agli ombrelli, mi sembra che ultimamente rendersi ultravisibili in tutte le condizioni sia diventata una mania, un’ossessione piuttosto che una vera e propria esigenza pratica e di sicurezza. Oddio, è comunque molto meglio l’arancione che il fucsia, ma di questi tempi c’è davvero da aspettarsi di tutto. Ricordo quando uscirono sul mercato le nuove Browning BAR Tracker con gli inserti nel calcio e nell’astina di colore arancio pallido: a me non sono mai piaciute neanche quelle, ma tutto sommato erano ancora abbastanza discrete. Poi c’è stato il grande salto, gli inserti non sono stati più ritenuti sufficienti e si è passati alla tinta unica, dalla tonalità talmente accesa da far quasi male agli occhi solo a guardarla. Non credo che dalla Val d’Aosta alla Sicilia esista più un’armeria che non abbia degli esemplari in “tinta unita” di colore sgargiante in armeria. La moda dell’arancione ha letteralmente sbaragliato anche quella del Camo Military & Police, che fece la sua timidissima apparizione qualche tempo fa. Praticamente siamo passati da un estremo all’altro, dall’eccessiva marzialità di certe armi, magari destinate ad una nicchia di mercato di nostalgici della Naja a quella dei burloni provocatori. Il buon legno ormai sta scomparendo, mentre il sintetico sta sempre più orientandosi verso una funzione più estetica che pratica.
Tempo fa in uno dei miei Blog mi sono permesso di pubblicare un articolo su una mia carabina finemente incisa in stile prettamente mitteleuropeo. In particolare i legni erano finemente cesellati con scene di caccia e zigrino a squame di pesce, ma anche qualche minuteria metallica era ornata con incisioni di caccia e piccoli particolari floreali. S’è scatenato il finimondo, in molti l’hanno trovata orribile, di cattivissimo gusto, per non dire peggio. Un’arma che, per renderla tale, sono state necessarie ore ed ore di abilissimo lavoro manuale! Chissà se poi le stesse persone che l’hanno criticata usano una carabina di plastica stampata con una simpatica finitura arancione?
Cos’altro dire? “Il mondo è bello perché è vario”, anche nelle sue molteplici tonalità di colori sgargianti, ma la vera chicca secondo me sono gli accessori. Cosa darei per sapere a chi è venuta l‘idea di produrre in una “serie limitata” (per fortuna direi io!), un punto rosso completamente arancione. Nella mia lunga carriera di armaiolo ne ho visti, montati e tarati moltissimi con finitura nera lucida, opaca, silver cromati ed anche mimetici Camo, ma color pastello non mi era mai capitato di vederne prima. Se il proprietario mi autorizzasse alla pubblicazione di alcune foto, potrei mostrarvi la più bella combinazione arma–sistema di mira che abbia mai visto, davvero uno spettacolo. Che sia bello o brutto non spetta a me dirlo, ma un…express giustapposto con false cartelle lunghe incise, prodotto da una nota e famosissima ditta tedesca accessoriato con: base Weaver–Piccatinny, calcio con rialzo regolabile stile fucile da tiro e da…tenetevi forte, Punto Rosso arancione è davvero unico! Ora mi domando, cos’altro potrei mai più vedere di così originale? Al momento non mi viene davvero in mente niente, o forse si. Come un ragazzo che ho recentemente incontrato durante una cacciata al cinghiale. Era armato con una Blaser R 93 (oggi andare in battuta con la bolt è l’ultima moda) dotata di ottica 3–12 x 56, mirino montato alto su uno degli anelli, bipede e videocamerina sotto la canna. Dimenticavo, aveva anche il rialzo del nasello in pelle con l’immancabile gibernetta piena di cartuccioni da bufalo. Sono convinto che neanche Spielberg nei suoi momenti migliori abbia avuto così tanta fantasia. L’adattamento del fucile al tiratore è forse un altro tema molto interessante da trattare, tanto che ci si potrebbe quasi scrivere un piccolo libro. E’ la pratica “fai da te” più diffusa tra i moderni cinghialai, basterebbe solo elencare i materiali e gli oggetti utilizzati per rendersi conto di quanto possa essere creativo un essere umano. Ho visto con i miei occhi rialzi posticci o meno, fatti con: sughero, cartone, collant, calze, maniche di maglioni, cerotti da medicazione, polistirolo, carta gommata, pellami, vari etc etc. per non parlare dei più facoltosi che si sono fatti costruire e/o modificare i calci delle loro carabine da battuta, come se dovessero andarci a fare il campionato del mondo di tiro alla Fossa Olimpica. Ma lo vedete cosa siamo disposti a fare pur di riuscire a cogliere qualche cinghiale in più?
Marco Benecchi