Leggo su I Nostri Cani di Luglio 2019 una recensione del libro Cani in movimento (S. Fischer, Karin, E. Lije) si dice che "per la prima volta si analizza il movimento dei cani con un approccio rigorosamente scientifico". A mio parere, si tratta certamente di un testo completo e arricchito dalle immagini di un Dvd, ma ritengo molto opinabile il concetto che si analizza “per la prima volta” il movimento dei cani in modo rigorosamente scientifico.
Da notare, per esempio, che nel suo libro I levrieri, pubblicato quarant'anni fa dall'Olimpia, Piero Renai della Rena, a proposito della “macchina” cane, scriveva: Il metodo selettivo usato anche in natura è estremamente semplice, e si condensa in una sola parola: efficienza. Ogni altra considerazione è irrilevante. La bellezza di tutte le forme selvatiche è consequenziale alla loro perfetta efficienza e da questa si arriva alla Bellezza, passando dall'Equilibrio e dall'Armonia. Una via a senso unico.
Dopo questa specie di premessa segue la “descrizione” dei componenti di una macchina estremamente complessa (lo scheletro del cane, sempre per esempio, è formato da 230 pezzi articolati tra di loro), e richiamando una serie di discipline operanti in stretta interdipendenza: Biochimica, Cinematica e Meccanica, con riferimento alle leggi di gravità e del movimento.
In questo “libretto” come lo chiama il suo autore, è descritta la costruzione tipica del levriero, ma sappiamo che in zoognostica canina è tipico tutto quello che è perfettamente e armonicamente atto a compiere una certa funzione. Il tutto descritto con una semplicità disarmante ed evidenziato da una serie di originalissimi disegni.
I riferimenti bibliografici ci segnalano i lavori di straordinari personaggi: Bonetti e Guerrieri “Il cane si muove”, Solaro “Lezioni di zoognostica canina”, Barbieri: “Lezioni di cinognostica”, Scanziani “Il cane utile”.
Notevolissimo quello che è stato fatto specificatamente sul Pointer, che conosco un po' meglio.
M. Biagioni