Grazie ad una raccolta fondi e ad un accordo con il Parco dell'Arcipelago Toscano, l'associazione Irriducibili Liberazione Animale ha sottratto 13 mufloni dell'Isola d'Elba alle operazioni di contenimento. Ricordiamo che il parco ne ha deciso l'eradicazione in quanto specie aliena e invasiva, dunque sono circa 500 i capi da abbattere. Due degli animali sono già stati trasferiti al centro di recupero di Semproniano, gli altri undici li seguiranno tra poco.
Perchè solo 13? Perchè i trasferimenti e il mantenimento degli animali, sottratti sì all'abbattimento ma non certo liberati, visto che devono vivere ovviamente nel recinto dell'oasi, sono molto costosi. “Poterne prendere di più – ammette l'associazione - vuol dire aumentare le spese per i trasferimenti e il mantenimento, questi animali messi in luoghi confinati hanno bisogno di aiuto per mangiare e finora non siamo riusciti a raccogliere molti soldi”.
Tanto di cappello per una volta a questi animalisti, che invece di sbraitare e invocare l'intervento delle pubbliche amministrazioni, si sono rimboccati le maniche e hanno procurato i soldi per raggiungere i loro scopi etici.
Ma ciò non fa che portare in evidenza l'assurdità di tali operazioni, che non possono andare al di là del bel gesto simbolico. Se applicassimo infatti questa soluzione a tutti i casi di esubero della fauna in Italia o addirittura alla infausta presenza delle specie invasive, ci vorrebbero ettari ed ettari di recinti, milioni di euro per i trasferimenti, personale e foraggio in quantità. Senza parlare poi dei problemi sanitari che verrebbero a crearsi in popolazioni costrette a coesistere su appezzamenti molto limitati.
Grazie dunque a questi irriducibili per aver confermato i limiti della filosofia animalista in campo faunistico. Che comunque va spesso e volentieri a carico di pantalone, cioè di noi tutti, visto che questi signori attingono per lo più a contributi pubblici di varia estrazione, talvolta riferibili direttamente alle tasse versate dai cacciatori.
La redazione