Uno dei rimpianti più grandi della mia vita è stato quello d’essermi lasciato scappare l’occasione di acquistare una bella, quanto rara, carabina semiautomatica Winchester modello 100 De Lux in calibro 284 Winchester. Una ventina d’anni fa un armiere, che tra l’altro era anche un caro amico, insistette parecchio per vendermela ma io non ne volli proprio sapere. Ripensandoci non ricordo neanche quale scusa trovai per non comperarla, quel che è certo è che allora non avevo la dovuta esperienza per saper apprezzare il valore del binomio arma-munizione.
A quei tempi la disinformazione “balistica” regnava sovrana, in modo particolare per quanto riguardava la caccia in battuta con la canna rigata. Quando un cacciatore di cinghiali decideva di acquistare una carabina, la parola d’ordine era: “Grosso, pesante e potente”. Furono gli anni d’oro del 30.06 con palle Round Nose da 220 grani, del 300 Winchester Magnum, del 338 WM, del 444 Marlin e del 9,3 x 74 R. Nessuno si sarebbe mai sognato d’insidiare un grosso solengo con un “piccolo” sette millimetri. Già, perché il 284 Winchester è proprio un sette millimetri a tutti gli effetti (7,21 x 55,12 mm), che possiede una potenza molto simile a quella dei suoi supercollaudati “cugini” europei: il 7 x 57 Mauser e il 7 x 64 Brenneke, calibri questi con cui sono stati abbattuti pulitamente tutti i selvatici che popolano il Vecchio Continente.
Sono certo che il buon 284 Winchester sarebbe stato in grado di fare altrettanto. E’ una munizione abbastanza recente (è addirittura più giovane del sottoscritto!), essendo nata appena nel 1963. Possiamo tranquillamente definirla come la progenitrice dei calibri Short Magnum oggi tanto di moda, perché adotta un bossolo corto e “tarchiato” ma molto capiente. Gli americani quel bossolo lo chiamano “Rimmles rebated” perché ha un fondello di tipo Rimmles ma con il collarino di diametro inferiore a quello del corpo stesso. Questo semplice accorgimento consente di utilizzare azioni ed otturatori standard (come quelli del 308, del 270 e del 30.06 per intenderci), di mantenere contenuta la lunghezza della munizione ed al contempo di avere un bossolo con un discreto volume interno. Strano ma vero, nel caso del 284 Winchester il bossolo ha avuto più successo del calibro stesso. Molte munizioni “wildcat” (sperimentali e/o artigianali) sono state create partendo da esso con il solo allargamento o restringimento del colletto a .22, 6 mm, .25, 6,5, .30 e .35. Le più famose sono: la 6,5 Express (ideata da Ralph Payne), la 6,5 Reindeer (di E.L. Eickhorn), la .224 Torres (progettata dal grande armaiolo trentino Celestino Torresani) e la 6,5 – 284 Norma.
I tecnici della Winchester, sulla scia del successo ottenuto dalla Remington (l’eterna concorrente) con le sue carabine semiautomatiche ed a leva modello 742 e 760, per non essere da meno progettarono le Carabine modello 100 ed 88. Erano convinti che sarebbero riusciti a suscitare la curiosità e l‘interesse dei cacciatori nordamericani, proponendole nel nuovo 284 Winchester. Purtroppo ebbero un’amara sorpresa perché, nonostante tutto, anche il 284 W come il 280 Remington (l’antagonista!) non ottennero mai il meritato successo. Credo che quel fenomeno sia principalmente dovuto al fatto che, escluso il grandissimo 7 mm Remington magnum, negli States i sette millimetri non hanno mai avuto grandi estimatori.
Il 284 Winchester era (ed è tuttora) un ottimo calibro per il genere di armi in cui venne originariamente proposto; è sufficientemente potente, ha una lunghezza contenuta, è preciso e genera un rinculo abbastanza contenuto. Ho letto che anche la Ruger (M77) la Savage (M99) e la Browning (BLR) hanno prodotto pochi esemplari in questo calibro, ma credo che subito dopo quella bizzarra iniziativa commerciale devono aver ripiegato verso calibri più diffusi ed apprezzati come il 243 e il 308 W. Il calibro 284 Winchester era nato espressamente per la caccia in battuta o nel folto, ma possiede delle caratteristiche balistiche tali che non lo farebbero sfigurare neanche nella caccia alla media selvaggina a lunga distanza. Assomiglia parecchio al 7mm – 08 Remington che, essendo stato adottato da diverse armi, ha avuto più successo. Personalmente conosco un solo cacciatore che utilizza per la caccia al cinghiale una carabina Winchester 100 calibro 284 con palle originali e ricaricate (Nosler Partition) da 150 grani. Cacciando spesso insieme a lui, ho assistito a degli abbattimenti istantanei anche contro grossi esemplari e, alla detta del proprietario, il funzionamento dell’arma è stato sempre impeccabile.
Originariamente il 284 W era proposto soltanto dalla Casa madre in due caricamenti commerciali: uno con palla Power Point da 125 (957 m/s) e l’altro con palla PP da 150 grani (872 m/s). In seguito (1985), la produzione delle cartucce da 125 grani fu inspiegabilmente interrotta, ed oggi le sole munizioni originali da 150 grani (X2842) purtroppo non sempre sono facilmente reperibili. Chi possiede una bella carabina Winchester mod. 100 o mod. 88 e vuole continuare ad usarla deve assolutamente procurarsi i Dies ricalibratori e custodirli con cura, altrimenti corre il rischio di trovarsi un giorno con l’arma inutilizzabile perché rimasta senza munizioni. Per fortuna tutta l’attrezzatura necessaria per la ricarica è ancora abbastanza diffusa, compresi Dies e i bossoli esclusivamente di produzione Winchester. Personalmente ricarico il 284 Winchester molto di rado ed ho sempre utilizzato i bossoli originali. Semmai non riuscissi più a reperirli, sono certo che potrei ricavarli partendo da quelli calibro 6,5-284 Norma. La scelta di palle calibro 7,2 millimetri (284”) è veramente notevole; se ne trovano in tutte le fogge e con graniture che variano dalle leggere 100 alle pesanti 177 grani. I pesi canonici con cui il 284 W dà il massimo e con cui le armi in esso camerate funzionano al meglio sono i 140–150 grani, fermo restando che si possono ottenere delle ottime cartucce anche utilizzando palle da 125 e 160 grani. Per gli inneschi opterei per i Large Rifle Standard anche quando impiegheremo polveri molto progressive e palle pesanti come le 160 grani. La lunghezza totale della munizione finita (OAL) non dovrà mai superare i 70 –71 millimetri per ridurre al minimo i malfunzionamenti nei caricatori bifilari delle carabine Winchester. Elencherò alcune dosi di ricarica estrapolate dai migliori manuali, sono da considerarsi come MASSIME e quindi devono essere raggiunte per gradi partendo da pesi inferiori di circa il 5%.