L’attività venatoria fa parte delle nostre tradizioni e deve beneficiare di misure che ne salvaguardino la sua attività.
Il Movimento Culturale e Politico “L’Italia Che Vince“ ritiene che l’attività venatoria deve essere riconsiderata in modo professionale, valutandola per quello che è, un prelievo di selvaggina nel loro habitat, regolamentato nel rispetto della identità delle diverse specie selvatiche animali. Certo è che siamo lontanissimi da situazioni come quella degli allevamenti industriali a produzione esasperata, dove la qualità di vita degli animali dovrebbe essere rivista radicalmente. Il cacciatore è una figura legata all’ambiente e alle tradizioni rurali, agli agricoltori e soprattutto alla tutela della selvaggina, dove pratica una intensa attività di ripopolamento. Credo che i tempi siano maturi per aprire un dialogo e un confronto con le altre associazioni cercando un denominatore comune nella tutela dell’ambiente, dell’agricoltura e del territorio rurale, dove attività produttive artigianali e di PMI (piccole medie imprese) possono creare nuovi posti di lavoro per i giovani, ed essere fonte di importanti risorse economiche nel rispetto ambientale e faunistico. Tutto questo sarà possibile se le altre associazioni assumeranno un ruolo professionale, slegato dall'emotività incontrollata. Di fronte a questo possibile dinamismo di cambiamento, l’attività venatoria ha un ruolo importante nel creare un nuovo modello di relazione uomo-natura. Nell’avviare questo progetto di regolamentazione dell’attività venatoria, riteniamo che sia necessario aggiornare la legge 157/92.
L’attività venatoria a livello Istituzionale Nazionale deve essere riportata sotto l’egida del Ministero dell’Agricoltura, è necessario creare una commissione per la gestione, composta da esperti rappresentanti delle associazioni.
Giuseppe Costa - Presidente del Movimento "Italia che vince"